«Oggi è stato compiuto un primo passo nella direzione giusta. La definizione delle tabelle per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti non dipendenti rappresenterebbe un parametro tangibile della libertà d’informazione rispetto a quel mondo, ormai largamente maggioritario, di professionisti dell’informazione con contratti precari o freelance. Le condizioni di lavoro di numerosi giornalisti precari oggi fanno spesso rima con abusi e sfruttamento, colmare il vuoto normativo sui parametri per il compenso dei giornalisti è fondamentale». Lo afferma Mattia Motta, segretario generale aggiunto e presidentedellaCommissione nazionale lavoro autonomodella Federazione nazionale della Stampa italiana, a margine della riunione del tavolo tecnico convocato dal ministro della Giustizia al quale ha partecipato con il vicedirettore della Fnsi, Tommaso Daquanno, alla presenza del sottosegretario Jacopo Morrone e del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna. «Abbiamo sottoposto al Ministero una proposta che è il frutto di un lungo e articolato lavoro della Clan-Fnsi,fatto proprio dal Congresso della Stampaitaliana, sulla quale si è registrata oggi la convergenza dell’Ordine dei giornalisti. Come abbiamo ricordato al Ministero –aggiunge Motta –quello che poniamo non è un problema ‘corporativo’, ma un tema che ha a che fare con il diritto costituzionale dei cittadini adessere informati da giornalisti liberi e indipendenti. Finché ci saranno giornalisti pagati 3 euro ad articolo e senza diritti, la qualità della democrazia nel nostro Paese è posta su un pericoloso piano inclinato».
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