Il Ministro degli Interni francese, Darmaninin, a proposito di migrazione, scarica la colpa sul governo italiano e accusa la Meloni di incapacità a risolvere il problema migranti, grazie al quale, a dire del ministro francese, è stata eletta. Dichiarazione al vetriolo, ennesimo incidente diplomatico tra Italia e Francia: è iniziata la campagna elettorale per le Europee che si terrà tra poco più di un anno. Secondo il Ministro transalpino la Meloni è da paragonare alla Le Pen con le sue false promesse elettorali, puntualmente disattese. La diplomazia francese si è affrettata a gettare l’acqua sul fuoco, ribadendo la disponibilità alla piena collaborazione, sul problema della migrazione, con il governo italiano. Ma la nostra Presidente del Consiglio ha deciso di creare l’incidente diplomatico sfruttando l’occasione che le è stata offerta su un piatto d’argento. Così il Ministro degli esteri Tajani, sull’onda delle polemiche, dopo qualche indecisione, ha annullato la sua prima visita a Parigi per l’incontro con il suo omologo francese, dichiarando che le parole del Ministro Darmaninin sono state offese inaccettabili per il governo italiano. Legittima la scelta di Antonio Tajani anche se per alcuni versi non condivisibile, tenuto conto che c’erano state le scuse da parte dei francesi. La verità, però, è sotto gli occhi di tutti: i continui attriti tra Macron e Meloni sono voluti e cercati da entrambi perché gli tornano utili nell’ambito di una contesa politica più ampia che ha per posta in gioco le prossime elezioni europee. Dopo le elezioni del 2019, il Presidente francese e la Merkel furono gli artefici di quella che fu denominata la ‘Maggioranza Ursula’ che consentì l’elezione della von der Leyen alla Presidenza della Commissione europea. Quindi Macron ha tutto l’interesse alla riconferma della stessa maggioranza. Gli interessi politici della Meloni, invece, sono diametralmente opposti. La leader della destra italiana è anche Presidente del partito dei conservatori europei che in questo momento, tra l’altro, guidano la Polonia, per cui l’obiettivo della Meloni è quello di raggiungere un accordo politico ed elettorale tra i conservatori e il PPE, prima della tornata elettorale europea del 2024 , sì da vincere e scalzare la maggioranza di centrosinistra. In tale intento è sostenuta anche da Forza Italia e da Tajani. Ma su questo tema il PPE( partito popolare europeo) è diviso. I democristiani della CDU di Merkel, ma anche gli olandesi e gli scandinavi sono poco inclini ad una svolta verso una destra estrema, perché finirebbe per inclinare l’asse franco- tedesco. Del resto Macron, avendo all’opposizione la Le Pen, alleata politicamente, in Europa, della Meloni e di Salvini, tende a sottolineare e a rimarcare le incongruenze e le inefficienze, che a tratti si manifestano, del governo italiano. D’altra parte Giorgia Meloni, non potendo scontrarsi contro Bruxelles e la von der Leyen , ha tutto l’interesse a cercarsi e a crearsi un avversario esterno. E chi meglio di Macron? La verità che emerge da questa gran confusione, voluta e ben orchestrata, è che dei migranti non importa niente a nessuno.
Andrea Viscardi