Parigi. Disegnare una nuova geografia del mondo attraverso l’arte e la prova che il Centro Pompidou fa con una esposizione pantagruelica all’ultimo piano del Beaubourg, vero e proprio tempio dell’arte moderna nel cuore di Parigi. Una mostra di oltre mille opere che propone il confronto tra 400 artisti provenienti da 47 Paesi in un arco di tempo che va dal 1905 al 1970. Insieme ai più celebrati capolavori della collezione, da Matisse a Mondrian, da Picasso a Frida Kahlo, si trovano autori meno noti o anche sconosciuti che hanno avuto un ruolo nello sviluppo dell’arte europea, o che sono più semplicemente rimasti chiusi all’interno dei confini nazionali e rappresentano un volto diverso e nuovo dell’arte. In questo modo l’esposizione rivela la grande varietà della collezione del Centro Pompidou, una delle più impressionanti del mondo, non solo per la qualità delle opere, ma anche, appunto, per la quantità di artisti e di Paesi che ne fanno parte. Tutti i continenti sono rappresentati nelle oltre mille opere esposte con uno sguardo che si sposta dalla pittura alla fotografia, senza dimenticare il cinema, l’architettura e il design. Una finestra su ciò che fino ad oggi è rimasto dietro le quinte, in quel background che ha fatto da spalla agli interpreti principali della nostra arte. L’hanno chiamata ‘Modernité Plurielles’ per sottolineare come il percorso non sia lineare, ma assomigli più ad un viaggio in territori ancora inesplorati. Una iniziativa quasi pionieristica per ricostruire una mappa delle connessioni e degli incroci che hanno costellato la grande avventura dell’arte moderna. Per la prima volta è esposto anche l’Africanismo delle regioni sub-sahariane e la penetrazione dello stile dell’Art Decò in Asia e nell’America Latina. Molta attenzione è stata concentrata sulle donne artiste, spesso dimenticate dai loro contemporanei, eppure autrici di autentici capolavori. Si scoprono, o si riscoprono, le opere di Suzanne Roger, Louise Janin, Alicia Penalba e molte altre rimaste quasi sconosciute, insieme ad alcune più note, come Frida Kahlo, oggi icona e rappresentante dell’intero universo femminile, artistico e no, ma anche Natalia Gontcharova, pittrice russa che aderì al movimento del ‘Cavaliere Azzuro’, Suzanne Valandon, madre di Utrillo, Gabriele Munter, per tanti anni compagna di Kandinsky. In tutto nelle varie sezioni dell’esposizione si trovano le opere di oltre 50 artiste, che rappresentano 19 Paesi diversi.