Primo interrogatorio, dopo la cattura, per Salah Abdeslam presso la sede della polizia federale: ‘Volevo farmi esplodere allo Stade de France ma ci ho ripensato’, ha detto il terrorista, secondo quanto riferito in conferenza stampa dal procuratore di Parigi, Francois Molins, che ha poi aggiunto che queste dichiarazioni vanno prese con estrema cautela. E’ infatti necessario interrogarsi sulla successiva presenza del sospetto nel diciottesimo arrondissement di Parigi, ai piedi di Montmartre e della Basilica del Sacro Cuore, dove l’Isis ha poi rivendicato l’attentato mai portato a termine. Ad interrogarlo un giudice belga alla presenza dell’avvocato Sven Mary. Secondo il legale, Abdeslam si opporrà alla richiesta di estradizione in Francia, mentre collaborerà con la giustizia belga. L’accusa da parte della giustizia belga è di ‘stragi terroristiche e partecipazione ad attività di un gruppo terroristico’. Debole e spaventato, lo definisce la Mary, aggettivi che stridono con l’orrore dei 130 morti delle stragi di cui si è reso responsabile. L’interrogatorio ha lasciato in sospeso molti interrogativi, a partire dalla sua presenza nel 18mo arrondissement il 13 novembre alle 22, dopo aver accompagnato i kamikaze allo Stade de France, ma anche quali siano state le ragioni che lo hanno spinto ad abbandonare la sua cintura esplosiva a Montrouge. L’avvocato Mary che ha promesso la piena collaborazione del suo cliente con la giustizia belga, si è detta contraria, come dicevamo, all’estradizione in Francia: ‘Per ora l’abbiamo rifiutata. C’è prima un dossier qui da gestire e analizzare’. Poi ha aggiunto, in modo fortemente provocatorio: ‘Basta inginocchiarsi e continuare con questo senso di colpa che il Belgio sembra avere nei confronti della Francia dopo gli attentati’. Per accelerare il processo di estradizione di Abdeslam Parigi ha però emesso un nuovo mandato d’arresto europeo. Il rifiuto di essere consegnato alle autorità straniere non è un ostacolo all’esecuzione della consegna, ha sottolineato il ministero francese della Giustizia, che ha spiegato che la nuova misura ha lo scopo di ‘completare’ il provvedimento del novembre 2015 per coprire l’insieme dei fatti imputati all’ex primula rossa. La decisione definitiva sulla consegna di Salah dovrà essere presa entro un massimo 60 giorni dall’arresto, o 90 in caso di ricorso davanti alla massima giurisdizione. ‘Vinceremo la guerra contro il terrorismo, l’arresto a Bruxelles di Salah Abdeslam e di alcuni dei suoi complici e’ un duro colpo ai terroristi dello Stato islamico in Europa’, ha annunciato il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve, ma la guardia resta alta, anche a Bruxelles, dove il livello di minaccia terroristica è stato confermato a tre, perché altri complici e fiancheggiatori del commando terroristico, come ad esempio Mohamed Abrini, sono ancora a piede libero. Salah Abdeslam e Amine Choukri avevano lasciato l’ospedale di Saint-Pierre a Bruxelles e l’unico superstite dei terroristi degli attentati di Parigi e il suo complice erano stati trasferiti negli uffici della polizia federale a Bruxelles per l’interrogatorio. Amine Choukri, alias Monir Ahmed Alaaj, il complice di Salah Abdeslam fermato venerdì a Molenbeek, rientrò in Europa passando per Leros, in Grecia, il 20 settembre scorso. L’isola del Dodecanneso, non lontano dalle coste turche, è diventata in questi ultimi tempi uno dei punti di passaggio dei migranti che fuggono dalla guerra in Siria. E sempre da Leros passò il 3 ottobre scorso il titolare del passaporto siriano trovato accanto a uno dei kamikaze degli attacchi di Parigi. Le associazioni delle famiglie delle vittime degli attentati di Parigi del 13 novembre verranno ricevute lunedì pomeriggio all’Eliseo. Hanno chiesto di essere ricevute e l’arresto di Salah Abdeslam rende ancora più opportuno questo incontro, riferiscono fonti vicine al presidente francese, Francois Hollande, che ha riunito il Consiglio di Difesa dopo la cattura del ricercato numero uno e di diversi complici.
Cocis