Il sud non ha bisogno di discussioni ma di una proposta di governo complessiva che fino a oggi è mancata. Lo scrivono, in una lettera inviata a Matteo Renzi, il deputato Pd Simone Valiante, come primo firmatario e insieme a lui Luisa Bossa, Annamaria Carloni, Tommaso Ginoble, Mariella Gullo, Gianluca Fusilli, Michele Ragosta e Franco Ribaudo. I parlamentari spiegano che per sostenere il sud serve un governo e un partito che siano all’altezza del Presidente del Consiglio. Nella missiva inviata a Renzi si legge, tra l’altro, di una proposta di governo nell’ambito della quale, con le Regioni, si concordino da subito alcune misure urgenti su burocrazia, fiscalità di vantaggio, piano di investimenti infrastrutturali, fondi europei, manutenzione del territorio e piano di viabilità, lotta alle mafie e alla corruzione. Si ripristino poi strumenti come i patti territoriali o comunque sistemi locali di sviluppo, dove Comuni, Governo, Regioni, imprenditori, sindacati, associazionismo diffuso ritornino a parlarsi e a fare insieme le cose. Ecco, di fatto, il testo della lettera: ‘Al di la’ del lavoro delle talpe, vorremmo con Lei affrontare alcuni problemi e provare a condividerli a viso aperto e con la lealtà e l’impegno del nostro lavoro parlamentare. Condividendo la mozione presentata tra l’altro proprio oggi al Senato da trenta nostri colleghi senatori, vorremmo rappresentare, secondo noi, che al Sud non servono discussioni pletoriche sullo scibile umano ma una proposta di governo complessiva che in realtà manca. Una proposta di governo nell’ambito della quale, con le Regioni, si concordino da subito alcune misure urgenti su burocrazia, fiscalità di vantaggio, piano di investimenti infrastrutturali, fondi europei, manutenzione del territorio e piano di viabilità, lotta alle mafie e alla corruzione. Si ripristino poi strumenti come i patti territoriali o comunque sistemi locali di sviluppo, dove Comuni, Governo, Regioni, imprenditori, sindacati, associazionismo diffuso ritornino a parlarsi e a fare insieme le cose. Lo abbiamo sperimentato in una fase difficile ma di importante ripresa, come quando nel 2001 il tasso di natalità delle imprese al sud addirittura superava il nord. La Germania sull’Est ha investito cinque volte di più di quanto l’Italia abbia investito per il Sud negli ultimi cinquant’anni e nonostante le enormi carenze infrastrutturali, l’Istat, qualche giorno, fa, ci diceva che il 40 per cento delle imprese al Sud sono rette da giovani. Dunque esiste ancora una vitalità del nostro Mezzogiorno, che va sorretta, stimolata, mai e poi mai abbandonata. Il problema,tuttavia, non sono le risorse. Serve un progetto di sviluppo e un’idea d’Italia che parli alle tante energie del Mezzogiorno e che raccolga una sfida che non muoia nella quotidianità dell’ordinaria amministrazione. Una lotta seria alla burocrazia malata non si è mai fatta in questo Paese. Tante cose facciamo in Parlamento anche positive ma appaiono paliativi. E la burocrazia malata prolifera dove c’è più bisogno e l’economia è più debole. Ciascuno di noi potrebbe raccontare le migliaia di storie quotidiane di cittadini inermi. E poi, ancora: un corretto e professionale utilizzo di immigrati, adeguatamente formati, per la manutenzione del nostro territorio e recupero di milioni di ettari abbandonati e incolti; pensiamo all’Italia dei centri storici e dei milioni di volumetrie in disuso; un piano di viabilità straordinario che misura la civiltà di un territorio; la riforma dei servizi pubblici locali e delle migliaia di contenitori senza contenuto che aggravano l’inefficienza della spesa, a cominciare da quell’oggetto ‘non identificato’ che sono le nuove Province; investimenti per ferrovie, aeroporti e porti commerciali che definisca un piano di priorità per un Sud ancora attraversato dalla ferrovia del 1800. Sono solo alcune delle questioni che potrebbero essere affidate a una task force composta da regioni, governo e rappresentanze di parlamentari meridionali, che potrebbero quotidianamente confrontarsi per verificare l’efficacia delle politiche per il Sud. Siamo di fronte a una vera propria emergenza e come tale va affrontata, ma anche a un’opportunità, mentre ancora al Sud milioni di giovani continuano a fare impresa, dando alla politica stessa una grande lezione. Nessuno si piange più addosso, i nostri giovani sono i migliori e girano il mondo con successi straordinari. Tanti di loro vorrebbero investire il proprio talento al Sud, magari con una fiscalità di vantaggio nei settori più innovativi che attutisca momentaneamente i ritardi infrastrutturali. Una ricerca che aiuti le imprese a crescere e non solo a finanziare le Università, incrociando bisogni ma anche un costo della vita più basso che, accompagnato dalle tradizioni familiari del Sud, come ci ha ricordato qualcuno, è addirittura elemento di vantaggio competitivo ed espressione di un antico e rinnovato ‘umanesimo’ meridionale. Siamo pronti, non da ora. Da tempo sosteniamo che servono un partito e un governo all’altezza di un leader giovane, capace, carismatico che ha avviato una fase unica nella storia del centro sinistra del nostro Paese. Recuperiamo anche l’esperienza migliore dell’Ulivo e di Prodi che una strada per il Sud l’aveva tracciata. Sostenaimo Renzi senza sgambetti ma rispettando e ascoltando tutti e Lei abbia il coraggio di definire nuovi assetti più rappresentativi se servono, per un progetto più grande e ambizioso. Noi siamo con Lei, Lei ascolti un po’ di più chi vuole sostenere una straordinaria, difficile ma entusiasmante sfida di cambiamento’. Di fatto, la lettera è inviata al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che contestualmente ricopre anche il ruolo di segretario del Pd. Lettera inviata a ridosso della direzione Pd di domani.
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