Parlamento, condannati e riabilitati: così gli onorevoli si riprendono il vitalizio

Tre Deputati della Camera si sono visti restituire il vitalizio che era stato loro tolto dopo in seguito ad una condanna da parte del Tribunale. Lo prevede il regolamento quando, assai spesso, il tribunale concede il ravvedimento. Ne ha parlato Sergio Rizzo sulle pagine de La Repubblica.

IL CASO ABBATANGELO – Deputato missino per quattro legislature, fu accusato della strage del rapido 904 del 23 dicembre 1984, quando sedeva a Montecitorio già da cinque anni. Venne assolto dalla Corte d’Assise di Firenze in appello nel 1994, dopo che in primo grado aveva preso l’ergastolo, ma rimediò comunque sei anni per detenzione di esplosivo. Il 9 luglio 2015 l’ufficio di presidenza di Montecitorio gli ha revocato un vitalizio che secondo i dati rivelati da Primo Di Nicola sull’Espresso ammontava nel 2013 a 4.676 euro netti al mese. A ben ventuno anni di distanza dalla condanna e anche dopo ventuno anni di assegni: i vecchi regolamenti stabilivano infatti che un deputato con quattro legislature alle spalle potesse incassare senza limiti di età. E allora Abbatangelo, che si presentò con Alleanza nazionale alle politiche del 1994 per la quinta volta risultando però il primo dei non eletti, aveva 51 anni. Due anni di astinenza e ora per lui torna il vitalizio, nel frattempo lievitato a 5.600 euro: il 27 gennaio 2016 Abbatangelo ha presentato istanza di riabilitazione, che gli è stata ovviamente concessa, e la sanzione è improvvisamente evaporata. E insieme al vitalizio, tornano anche gli arretrati. Il conto è facile. Basta moltiplicare 5.600 per 17: tanti sono i mesi trascorsi dalla domanda presentata al tribunale di sorveglianza alla decisione presa ieri dall’ufficio di presidenza della Camera.

ASTONE E DE CAROLIS – Per l’ex democristiano Giuseppe Astone, che si era visto a sua volta revocare nel luglio 2015 il vitalizio cresciuto oggi fino a 5.200 euro netti al mese (causa una condanna a 5 anni e 10 mesi), gli arretrati ammontano invece a circa metà, considerato che la domanda di riabilitazione è partita solo il 4 ottobre 2016. Mentre il terzo ex onorevole al quale è stato ieri restituito il vitalizio, Massimo De Carolis (condanna a 2 anni e 8 mesi), riceverà una somma prossima ai 40 mila euro: l’assegno al quale ha nuovamente diritto è nel suo caso di poco superiore a 3.000 euro netti mensili, e l’istanza al tribunale è del 16 maggio 2016.

Le regole parlano chiaro, sottolinea lo stesso Rizzo nell’articolo redatto per La Repubblica: l’assegno viene tolto ai parlamentari condannati in via definitiva a pene di oltre due anni. Ma lo stesso regolamento che il Parlamento ha approvato nel maggio del 2015 prevede una via d’uscita che lo rende di fatto inutile. Il comma 3 dell’articolo 1 dice che le disposizioni non si applicano qualora sia intervenuta riabilitazione in base agli articoli 683 del codice di procedura penale, 178 e 179 del codice penale. La circostanza era stata denunciata senza mezzi termini dagli esponenti del Movimento 5 stelle, ma senza esito.

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