In Europa ci invidiano la visita di Trump. Dalla Polonia Jaroslaw Kaczynski, ex premier a Varsavia ed oggi leader del partito Legge e Giustizia, preannuncia cosi’ una accoglienza calorosa per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che si appresta a lasciare Washington per il suo secondo tour all’estero con la partecipazione al G20 di Amburgo, in Germania, il 7 e l’8 luglio. Ma che però, farà prima una tappa a Varsavia.
Al margine del G20 Trump avrà il primo faccia a faccia con Vladimir Putin. Ma non solo: il secondo viaggio di Trump presidente costituisce infatti un test importante, dopo l’esordio al G7 di Taormina e al vertice Nato. E con l’attenzione del viaggio che resta puntata sull’Europa, non e’ più da considerarsi un debutto ma al vaglio e’ l’inizio del consolidamento dei rapporti del Vecchio Continente con l’America di Trump.
In quest’ottica emerge quindi come significativa la ‘scaletta’ degli impegni, le priorità, le scelte, i simboli. E da entrambe le parti. Mercoledì 5 luglio Trump partirà per la Polonia dove ad accoglierlo ci sarà il presidente Andrzej Duda per discutere di una serie di temi bilaterali e regionali e approfondire l’alleanza basata su valori condivisi e interessi comuni, ha fatto sapere la Casa Bianca. Nella prima tappa l’immagine più attesa resta tuttavia quella di Trump che parlerà in piazza Krasinski a Varsavia dove e’ commemorata la rivolta del 1944 contro l’occupazione nazista, per onorare il coraggio dei polacchi nell’ora più buia della storia. Una visita che la Polonia di Duda vive come un ‘riconoscimento’ nel suo ruolo oggi nell’Europa percorsa da forti spinte contrapposte. E che gli Usa intendono anche come un segnale nell’esprimere la loro visione dell’alleanza transatlantica ai tempi di Trump.
Il presidente degli Stati Uniti proseguirà quindi per Amburgo, in Germania, dove prenderà parte al G20 a margine del quale vedrà diversi leader: la cancelliera tedesca Angela Merkel (che fa gli onori di casa), ma anche il presidente cinese Xi Jinping, la primo ministro britannica Theresa May, il premier giapponese Shinzo Abe, il presidente sudcoreano Moon Jae-in e quello messicano Enrique Pena Nieto. E il presidente russo Vladimir Putin. Per quest’ultimo incontro le aspettative sono altissime, con le indagini sul cosiddetto ‘Russiagate’ in corso a Washington e considerato quello che e’ stato un mantra per Donald Trump candidato prima e presidente poi, nell’evocare la possibilità di migliorare i rapporti con Mosca dopo il deterioramento dei rapporti che ha caratterizzato l’amministrazione Obama. Ma la Casa Bianca non si sbilancia, l’agenda “non e’ ancora definita” fa sapere, mentre insiste: il nostro rapporto con la Russia non è differente da quello con qualsiasi altro Paese in termini di comunicar loro quali sono le nostre preoccupazioni, in che settori dove vediamo problemi ma anche opportunità.
Il tour del presidente si chiude poi in Francia e con una la partecipazione ai festeggiamenti per la commemorazione della presa della Bastiglia il 14 luglio. E’ la scelta di Emmanuel Macron che, dopo la vigorosa stretta di mano a Bruxelles durante il vertice Nato a maggio e lo slogan lanciato all’indomani dal ritiro degli Usa dall’accordo di Parigi sul clima ‘Make our planet treat again’, sembra voler ribadire cosi’ il suo approccio pragmatico verso l’America di Trump.