Partiti, Nardella: “Rispetto ai magistrati ma c’è nodo finanziamenti”

“Non nascondo il dispiacere per il coinvolgimento di persone che conosco bene e stimo. Sono il primo a volere che venga fatta chiarezza. Ho pieno rispetto della magistratura”. In un’intervista al Corriere della Sera il sindaco di Firenze Dario Nardella nega di aver ricevuto in vita sua finanziamenti da Open, la fondazione sotto accusa per finanziamento illecito ai partiti, “ma qui il punto – afferma – non e’ Nardella o il mondo renziano, e’ che torna di attualita’ il grande tema del finanziamento della politica”. Il primo cittadino del capoluogo toscano ricorda poi di essere anche stato “il primo firmatario” della proposta che porto’ all’abolizione del finanziamento pubblico, sotto il governo Letta e per la quale dice adesso “e’ l’unica cosa di cui forse mi pento” perche’ “allora avevo sottovalutato le conseguenze” in quanto, aggiunge, “la democrazia ha un costo”.

L’abolizione del finanziamento pubblico va bene – ragiona oggi il sindaco di Firenze -, se si evita il continuo cortocircuito sul finanziamento privato”. Quanto alla commissione d’inchiesta proposta dal capo politico del M5S Luigi Di Maio, Nardella dichiara che non serve, anzi “e’ un errore politico” perche’ “la richiesta di Di Maio nasce per rivalita’ politica, sull’onda delle indagini” mentre la classe politica “deve avere il coraggio di affrontare una volta per tutte il tema del rapporto fra i poteri dello Stato” chiosa. Infine, sul governo Conte il sindaco scommette che l’esecutivo “mangera’ il panettone e anche la calza della Befana” anche se “subito dopo si trovera’ ad un bivio”. Ovvero, “tirare a campare, con la crisi sempre dietro l’angolo, oppure giocare in attacco e tirare fuori una o due idee forti”. Anche perche’, chiosa il primo cittadino di Firenze, “Il caso Ilva ha fatto esplodere la questione ambientale, che e’ un grande tema sociale, economico e urbanistico, sul quale Conte e’ stato troppo timido”, tant’e’ che “l’elefante ha partorito il topolino della plastic tax”. “L’errore”, secondo Nardella e’ “concepire la tutela ambientale come un combinato di tasse e divieti”, mentre il discorso va ribaltato in chiave industriale e culturale. Ovvero, “basterebbero otto miliardi in cinque anni per modernizzare gli impianti di riscaldamento delle case, piantare 100 milioni di alberi e rilanciare la mobilita’ elettrica” dice Nardella, che aggiunge: “Sarebbe un modo per rispondere a Taranto, alle alluvioni, ai ponti e ai viadotti che crollano. La tutela del territorio puo’ generare migliaia di posti di lavoro”.

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