Pochi i turisti in partenza dall'aeroporto di Fiumicino per viaggi all'estero, in vista del periodo pasquale. Tra i banchi check in del Terminal 3 si aggirano per lo più viaggiatori diretti fuori confine per motivi di lavoro o per ricongiungersi con i familiari, in particolare cittadini che tornano al loro Paese o città d'origine, 31 Marzo 2021. ANSA/TELENEWS

Pass covid-free, come funzionano nel mondo

Il green pass per viaggiare senza l’incubo del Covid può essere la chiave di volta per salvare le vacanze estive. La Commissione Ue vuole lanciarlo il primo giugno e in tutto il mondo ci si sta ragionando, ma il percorso tracciato è tutt’altro che lineare.

Alcuni Paesi, come Israele, Grecia e Islanda sono già partiti, e non è detto che le tecnologie adottate a livello nazionale comunichino tra loro.

Poi ci sono i dubbi sulla privacy e sulle potenziali discriminazioni verso chi non si è potuto ancora vaccinare. Evitare blocchi e divisioni è l’obiettivo della Commissione Ue.

Il certificato proposto da Bruxelles è gratuito e consiste in un QR code da tenere nello smartphone o da stampare su carta, con tre alternative per dimostrare di poter viaggiare: essersi sottoposti alla vaccinazione, essere risultati negativi a un tampone, oppure essere guariti dal Covid-19 ed avere sviluppato gli anticorpi. Il sistema operativo, tramite app, sarà pronto il primo giugno e gli Stati potranno implementarlo perché diventi pienamente operativo tra i 27 e nell’area Schengen a luglio.

Di fatto, però, i più impazienti si sono già mossi. E’ il caso della Grecia, primo Paese a proporre un certificato anti-Covid per rilanciare il turismo nelle sue isole. Ed a febbraio ha stretto un accordo con Israele che permette ai cittadini già vaccinati di viaggiare nei due Paesi. Atene inoltre ha reso noto che accoglierà tutti i possessori di un pass da metà maggio. Nell’Ue anche la Danimarca ha lanciato il proprio certificato vaccinale, che permetterà ai suoi cittadini di andare al ristorante o al cinema. L’Estonia sta sviluppando la propria app per lanciarla entro fine mese. Apripista in Europa è stata l’Islanda: il pass è attivo da gennaio, da marzo le frontiere sono state aperte ai viaggiatori di tutto il mondo forniti di certificato. La Gran Bretagna è a buon punto. Quanto all’Italia, si pensa ad un pass per muoversi all’interno delle regioni, mentre per i viaggi all’estero l’orientamento è di restare allineati al coordinamento Ue.

Anche nel resto del mondo il green pass è in via di definizione o è già una realtà. Negli Stati Uniti ci stanno lavorando, a New York è attiva una app per andare a teatro o agli eventi sportivi. Lo stesso accade in Israele, grazie all’eccellente campagna vaccinale. La Cina ha il suo pass sanitario digitale.

Il punto ora è capire cosa quando arriverà l’estate e ci sarà il boom delle partenze. Se, in particolare, i codici delle singole app saranno leggibili ovunque, oppure se bisognerà adottare uno standard tecnologico comune. Altro tema, il modo in cui i dati personali verranno trattati per salvaguardare la privacy. E ci sono anche rischi di carattere sociale: secondo l’Oms l’adozione dei green pass potrebbe alimentare le disuguaglianze, discriminando i cittadini dei paesi che non hanno i mezzi e le strutture per vaccinare alla stessa velocità degli occidentali.

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