“Siamo in un momento molto difficile, stiamo sicuramente rischiando di rientrare in recessione”. A lanciare l’allarme è il ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera, intervenendo alla tappa romana degli Stati generali di Confcommercio.
Secondo Passera il rischio recessione per l’Italia è dovuto “di nuovo a cause non nostre come tre anni fa. Ma tant’è, questo è quello che ci sta succedendo”. Per il ministro l’Italia deve “fare di tutto per recuperare velocemente il segno positivo e per affrontare l’emergenza”. La priorità numero uno per il numero uno dello Sviluppo Economico è “il disagio occupazionale, molto più ampio di quanto ci dicono le statistiche”. Ottimista il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, che prima di intervenire all’Università La Sapienza, per la presentazione del libro che raccoglie i suoi discorsi per il 150/mo dell’Unità d’Italia, che ha detto che “certamente l’Italia ce la farà” a superare questo momento di crisi economica. Ne è convinto anche il ministro della Cooperazione internazionale e dell’integrazione Andrea Riccardi.
“L’Italia dei consumi e del commercio è già in recessione”. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, durante il suo intervento agli stati generali di Confcommercio-Imprese per l’Italia, ‘Anzitutto l’Italia’ non usa mezze parole per spiegare lo stato di crisi in cui versa il Paese.
Per il numero uno di Confcommercio “per contrastare la ricaduta in recessione, si tratta di fare leva su una rinnovata centralità delle politiche di sviluppo dell’economia reale”. Sangalli suggerisce di avviare, quanto prima, una vera e propria “chirurgia ricostruttiva della spesa pubblica” per “emendare efficienze, improduttività e sprechi che in ogni area bruciano, ogni anno, decine di miliardi di euro”. Tra le altre necessità sottolineate dal numero uno di Confcommercio “semplificazioni profonde del rapporto tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni” e “uno scatto complessivo di efficienza della giustizia civile”.
Per pagare la montagna di debiti arretrati della P.A. nei confronti delle Piccole e medie imprese, una somma che sfiora i 90 miliardi, si sta pensando ai titoli di Stato. Sarebbe questa, secondo quanto trapelato, una delle ipotesi discusse ieri sera nell’incontro del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera con imprese, banche, assicurazioni e cooperative.