Scandalo, corruzione, perdita di credibilità. Sono queste le nuove chiavi di lettura di una politica ormai in fase di declino. Ed in un clima del genere, è giusto premiare chi riesce ancora a distinguersi dalla massa, preferendo la difesa del cittadino, al proprio tornaconto personale.
E’ in sostanza questo il messaggio lanciato dal ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, agli Stati generali della Lega a Torino: “Bisogna premiare le amministrazioni virtuose, commissariare sul serio quelle che non lo sono per rimetterle a posto”, ha sottolineato Passera, ribadendo l’importanza per i politici di proseguire il cammino intrapreso dai tecnici:
“L’obiettivo dovrà essere abbassare le tasse, partendo da quelle sul lavoro e sulle imprese. In un momento di salvataggio dei conti e di riacquisizione di credibilità internazionale sarebbe stato impensabile, ma è un obiettivo che dobbiamo porci”.
“Abbiamo superato un momento di gravissimo rischio – ha spiegato il ministro – Il nostro paese era vicinissimo a perdere la sua sovranità, la sua indipendenza. Un Paese amministrato da commissari esterni sarebbe diventato di serie B. Tutti insieme siamo riusciti a evitare questo”.
Tutto sommato però gli italiani ce l’hanno fatta, e nonostante la crisi, l’economia si è difesa bene: “L’andamento del Pil è in linea con quello che era ragionevole aspettarsi – ha detto infatti Passera – e il 2012 non poteva chiudersi meglio che con un -2%, anche se qualcuno era più ottimista. Pensavamo che l’Europa si sarebbe comportata in modo diverso, che avrebbe preso in mano il problema della crisi del debito e abbassato velocemente gli spread. Cosa che non è avvenuta se non negli ultimi mesi”.
“In tema fiscale dobbiamo essere tutti consapevoli che l’obiettivo dovra’essere quello di abbassare le tasse a partire da quelle sul lavoro e sulle imprese”.
Ed in merito alla Fiat, il ministro ha dichiarato che “i tavoli di lavoro con l’azienda sono già cominciati”, dopo l’incontro l’impegno assunto nell’incontro di sabato tra azienda e Governo. ha rassicurato il ministro dello Sviluppo economico a proposito dell’impegno assunto nell’incontro di sabato scorso tra azienda e Governo.
Agli imprenditori che invece lo hanno interrogato sul federalismo, ha risposto che “l’Italia federale non è stata ancora realizzata”. “Il nostro Paese è troppo diverso per poter fare le cose tutte al centro”, ha aggiunto il ministro per lo Sviluppo Economico, tra gli applausi. Un Paese, ha continuato, in cui il “processo decisionale si è totalmente imballato”. “Federalismo – ha sostenuto, parlando dal palco, con al fianco il segretario del Carroccio, Roberto Maroni – vuol dire che sia chiaro chi fa che cosa e il livello delle responsabilità”.