PAT – “Alla transizione digitale serve un’anima etica, perché l’uomo non è un codice binario”

La transizione digitale cambierà in maniera definitiva la nostra vita. Le nuove tecnologie porteranno con sé nuovi stili di vita, nuovi modelli economici e nuove opportunità. L’innovazione non potrà essere lasciata al mero discrimine della tecnologia. Al contrario, l’innovazione richiede ancor più la capacità e l’impegno delle persone con l’obiettivo di umanizzare le tecnologie e, in definitiva, di generare una nuova etica a vantaggio di tutti i cittadini. E’ questo il messaggio che arriva da Trento, dove nella giornata di oggi, nelle sale del Castello del Buonconsiglio, si è tenuto il convegno su “Transizione digitale tra etica ed innovazione”. La conferenza è stata voluta dalla Provincia autonoma di Trento in un momento che vede il Trentino lavorare al nuovo distretto digitale, progetto profondo, destinato a cambiare il rapporto tra pubblica amministrazione, cittadini ed imprese. Il convegno ha visto la partecipazione dell’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi: “Il mondo digitale, non dobbiamo mai dimenticarlo, nasce come una riduzione della realtà a un codice binario: 0 e 1. Ogni aspetto dello scibile e del comunicabile può beneficiare di questa straordinaria invenzione. Essa, al contempo, genera però un approccio altamente semplificato alla realtà. Nasciamo ‘analogici’, non ‘digitali’ e la nostra realtà è fatta di immagini, volti, esperienze, emozioni che il dato numerico non potrà mai contenere ed esaurire”. La riflessione del vescovo è stata raccolta dall’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, Achille Spinelli, che nel suo intervento ha voluto ribadire valori ed obiettivi della transizione digitale: “Lo sviluppo tecnologico deve accompagnarsi alla sensibilità verso la persona, così come la digitalizzazione, che ha trovato nelle risorse del Pnrr un’ulteriore opportunità, dovrà garantire crescita del territorio, sviluppo sociale e competitività del Sistema Trentino. Non c’è vero progresso se non c’è beneficio e rispetto per le persone. L’etica riveste un ruolo essenziale”.

In apertura il moderatore Luca Collodi, caporedattore di Radio Vaticana, ha rilanciato il video, in cui Papa Francesco interviene sulle sfide dell’economia e contestualizza il tema del convegno: “Vorrei lasciarvi – ha ricordato il Sommo Pontefice – tre indicazioni per andare avanti. La prima è guardare il mondo con gli occhi dei più poveri, e per farlo bisogna conoscerli ed essere loro amici e che le vostre scelte quotidiane non producano scarti. In secondo luogo, voi siete soprattutto studenti, studiosi e imprenditori, ma non dimenticatevi del lavoro e dei lavoratori mentre create beni e servizi, non dimenticatevi di creare lavoro, buon lavoro e lavoro per tutti. La terza indicazione è l’incarnazione: il mondo dell’economia lo cambierete se, insieme al cuore e alla testa, userete anche le mani. E ricordate che la realtà è sempre superiore all’idea”.

Nel suo intervento, l’arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, ha riconosciuto le opportunità offerte dall’evoluzione digitale in termini di velocità ed efficacia ma, al contempo, ha rimarcato i problemi etici: l’invasione delle fake-news, la strumentalizzazione dell’informazione al fine di condizionare l’orientamento politico e le scelte economiche; l’apparente semplificazione nelle relazioni che ha come contraltare il rifiuto dell’incontro autentico e la chiusura narcisistica.

“Il digitale – ha aggiunto monsignor Tisi – può essere un facilitatore dell’inclusione, della solidarietà e della fratellanza, ma solo a determinate condizioni.

Serve anzitutto alimentare la coscienza che l’habitat della vita ha i colori della festa, dell’eccedere, del ‘di più’. Che la vita è terreno delle domande più che delle risposte, come quelle preconfezionate dagli algoritmi, così come è importante costruire un sistema-vita che preveda momenti-tregua, spazi di silenzio che consentono di poter fare esperienza di questo dato”.

Riprendendo le parole di Papa Francesco verso i “più poveri”, l’arcivescovo ha concluso: “La transizione digitale rischia di lasciarsi alle spalle il mondo in maggiore difficoltà, accentuando il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Spetta dunque al sistema politico, economico e della società civile adoperarsi per utilizzare le straordinarie risorse offerte dal digitale nel portare aiuto al sud del mondo. Il digitale può essere risorsa nella misura in cui viene interpretato in chiave strumentale e non esistenziale, come realtà penultima rispetto all’ebbrezza del vivere che nessun dato numerico può contenere”.

L’esperienza del Trentino.

La prima parte del convegno ha visto la narrazione del Trentino, quale laboratorio di eccellenza per lo sviluppo del territorio. Lo ha ribadito Nicola Barone, presidente di Tim San Marino e referente Tim per le attività nella nostra provincia: “Il Trentino è un territorio dove storicamente il Gruppo Tim investe in innovazione e da questo punto di vista si pone come modello di riferimento per la trasformazione digitale. Si tratta di un territorio d’eccellenza che sta accelerando verso la modernizzazione della pubblica amministrazione e delle aziende. In particolare, Tim e la Provincia autonoma hanno avviato nel 2021 a Mattarello, a sud di Trento, la migrazione della clientela dalla tradizionale rete in rame a quella in fibra, con notevoli risparmi in termini di energia elettrica e di emissioni di CO2 nell’ambiente. Il progetto si fonda su un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni, imprese e associazioni per dare ulteriore impulso alla crescita dell’economia locale. In quest’ottica, il rafforzamento delle competenze digitali e lo sviluppo del capitale umano, inteso come capitale conoscitivo e intellettuale, sono le condizioni necessarie per una trasformazione digitale inclusiva e realmente incisiva”. Barone, a fine convegno è stato premiato dalla Provincia autonoma di Trento per la sua attività decennale.

Trentino Distretto Digitale.

La transizione digitale in Trentino è stata ripercorsa da Paolo Nicoletti, direttore generale della Provincia: “Il processo di innovazione e le nuove tecnologie ci permetteranno di realizzare una pubblica amministrazione connessa, digitale, inclusiva. La trasformazione digitale è già in atto in Trentino e passa attraverso l’estensione delle reti di nuova generazione sul territorio, l’efficientamento e la semplificazione del rapporto con i cittadini, in particolare i più deboli, e gli operatori economici. Tutto questo è possibile, grazie anche allo sviluppo di soluzioni applicative di ultima generazione e lo sviluppo di competenze sui sistemi di analisi e supporto alle decisioni. Agiamo – ha concluso Nicoletti – per consolidare l’alleanza tra imprese e mondo della ricerca e per trasformare il Trentino in un laboratorio locale di innovazione nella rete delle pubbliche amministrazioni italiane ed europee”.

Secondo il direttore generale Paolo Nicoletti, gli obiettivi del Distretto Trentino Digitale 2026 prevedono, in particolare, di diffondere l’identità digitale, almeno all’80% della popolazione; colmare il gap di competenze digitali, con almeno il 70% della popolazione “digitalmente abile”; portare circa il 75% delle pubbliche amministrazioni a utilizzare servizi in cloud; erogare il 100% dei servizi pubblici fondamentali attraverso il canale online; e raggiungere il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga.

Sul progetto di Distretto Digitale del Trentino si è soffermato anche Carlo Delladio, presidente di Trentino Digitale. Dopo aver ricordato la trasformazione dell’azienda e le principali tappe, Delladio si è soffermato sul concetto di tecnologia umana: “La nostra missione verso il Distretto Digitale deve passare attraverso una tecnologia umana che supporti il benessere collettivo, la democrazia e l’ambiente di informazione condivisa. I ‘clienti’ del Trentino Distretto Digitale siamo tutti noi: sempre più esigenti, competenti, selettivi, autonomi e uniti. Ciò che si richiede allo sviluppo e alla transizione tecnologica e digitale è di essere sempre più al servizio dell’uomo, in primis nelle attività di assistenza, ma in seconda battuta nel progettare e inventare nuove strade da percorrere per la qualità del servizio. E’ quella che viene definita la Human Technology ed è la direzione verso cui stiamo lavorando. La ricerca di nuove tecnologie e di nuove soluzioni conta nella misura in cui esse aiutano a dare valore alla relazione umana con l’utente: è quella che viene definita tecnologia etica. L’Human Technology – ha concluso Delladio – è, pertanto, l’orizzonte entro cui indagare il ruolo umano nelle tecnologie esistenti ed emergenti e viceversa”.

Il Trentino conta sul sistema della ricerca per garantire l’innovazione. “In Fondazione Bruno Kessler – ha detto Andrea Simoni, segretario generale di Fbk -, lo sviluppo delle tecnologie digitali (in particolare quelle innovative/dirompenti come Intelligenza Artificiale, Internet-of-Things, Blockchain, 5G) si combina con la capacità di affiancare la pubblica amministrazione e le aziende nell’adozione di tali tecnologie, descrivendo e valorizzando gli aspetti trasformativi che contengono”.

Etica e tecnologia umana.

La pervasività e la rapidità della diffusione della società digitale è stata affrontata da Francesco Mussoni, membro del Consiglio grande e generale della Repubblica di San Marino: “La diffusione delle nuove tecnologie ci porta ad interrogarci sul fatto se stiamo governando la trasformazione digitale, se la stiamo utilizzando o se invece la stiamo subendo. Per vivere nel nuovo modo occorre una maggiore preparazione tecnica, che ci aiuti ad essere corretti utilizzatori ed evitare insidie e truffe. Ma servono anche regole e garanzie”. Un concetto ripreso da Gabriele Falciasecca, già presidente della Fondazione Marconi: “lo scenario attuale, accanto a grandi opportunità, presenta anche aspetti problematici: applicazioni non richieste che diventano insostituibili; scarsa capacità di previsione; maggiori rischi che si propagano (es. cybercrime) e concorrenza più spietata. Dobbiamo quindi cercare di indirizzare la competizione e lo sviluppo verso il rispetto di valori importanti, non solo verso il vantaggio economico. Dobbiamo accordarci sui valori per trasferire questi valori alle macchine”. A Papa Francesco e al suo messaggio per la 50° Giornata delle comunicazioni sociali sugli aspetti etici e morali della società digitale si è rivolto don Pascual Chávez, rettore maggiore emerito dei Salesiani: “La comunicazione sociale, per essere autentica, richiede ascolto e rinuncia ad affermare il proprio punto di vista. Solo così si favorisce il dialogo e la condivisione, per comunicare veramente e cordialmente. Sul fronte della comunicazione, il problema non risiede nello strumento che usiamo per comunicare (il digitale), ma in quello che comunichiamo (se lo facciamo senza cuore). Dobbiamo affermare – ha continuato il rettore dei Salesiani – una comunicazione non ostile, promuovere un dialogo aperto e rispettoso, favorire la fiducia grazie a comunicatori creativi, disponibili a dialogare e che aiutino il confronto. La comunicazione autentica promuove unione e prosperità, comunione e responsabilità, favorisce la pace tra i popoli”.

Il convegno di Trento su “Transizione digitale tra etica e innovazione” ha confermato l’attualità del tema. Lo ha ribadito l’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, Achille Spinelli, nel suo intervento conclusivo. “Per me è un privilegio – ha sottolineato l’assessore – chiudere una giornata così ricca di stimoli e riflessioni. In questa sala sono ritornate più volte parole quali sviluppo economico, ricerca e lavoro, ovvero le competenze per le quali sono chiamato ad adempiere al mio impegno di assessore della Provincia autonoma di Trento. Il convegno di oggi ci conferma la necessità di dare un’anima alla tecnologia e all’innovazione. Al business digitale dobbiamo affiancare l’umanizzazione della tecnologia, quel valore umano che anche il Santo Padre e l’Arcivescovo di Trento, monsignor Tisi, hanno richiamato con forza. E qui ci viene in soccorso l’etica, un richiamo che riguarda tutti noi, perché abbiamo il dovere di garantire all’innovazione (digitale) un’anima e quei valori in grado di guidare la repentina evoluzione della tecnologia a beneficio della persona”.

“L’innovazione digitale – ha concluso Spinelli – contribuirà allo sviluppo economico del Trentino. Ne sono certo. Stiamo lavorando ed investiamo sul futuro. Agiremo con la convinzione che tutti i nostri territori ed i loro abitanti, dalle valli ai centri urbani, possano beneficiare delle stesse opportunità. E’ questo lo sviluppo che perseguiamo, grazie anche alle nuove tecnologie, per allineare il Trentino alle sfide del futuro”.

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