Dopo l’ennesima aggressione a danno del personale di Polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Trento, il presidente della Provincia autonoma di Trento ha scritto al nuovo ministro della giustizia, Carlo Nordio, per sollecitare un tempestivo adeguamento della dotazione di organico della struttura, attualmente eccessivamente ridotta. Nella missiva al Guardasigilli, rivolgendo in premessa le congratulazioni per la nomina e un augurio di buon lavoro, Fugatti riporta l’attenzione del ministro sui recenti episodi e sulla situazione interna alla struttura. Chiedendo quanto prima un intervento, anche alla luce dei numeri attuali dei detenuti che appaiono lontani da quelli pattuiti nel 2002 con l’accordo tra Provincia e ministero sulla realizzazione del nuovo carcere di Spini di Gardolo.
Lo scorso 22 ottobre, sottolinea Fugatti all’attenzione del ministro, sei agenti in servizio presso la casa circondariale, intervenuti per calmare un detenuto in evidente stato di alterazione, sono stati aggrediti e sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso. Mentre pochi giorni prima, nella sezione femminile vi è stato un principio di incendio causato da una detenuta. Episodi che, sottolinea il presidente, “minacciano il buon funzionamento della struttura, ponendo serie difficoltà agli operatori che in questi anni si sono adoperati, anche con grandi sacrifici professionali e personali, per supplire alle ridotte dotazioni di organico”. Fugatti fa inoltre riferimento al fatto che il limite di capienza della struttura previsto dall’accordo del 2002 (240 detenuti) è costantemente superato. I dati acquisiti dalla Provincia evidenziano una presenza effettiva di 348 detenuti a fronte di 174 unità di agenti effettivamente presenti; mentre la pianta organica, calcolata sulla capienza indicata nell’accordo del 2002 (240 detenuti come prima menzionato), prevede l’assegnazione di 227 operatori di Polizia penitenziaria. |
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