PAT – Cloud e servizi digitali, in arrivo la rivoluzione delle commesse della pubblica amministrazione

Gli attuali processi elettronici di acquisto di beni e servizi (e-procurement) da parte della pubblica amministrazione sono destinati a subire una profonda revisione, con l’introduzione, sempre più intensiva, dei servizi digitali, delle nuove tecnologie, quali il Cloud, l’Intelligenza artificiale, e delle piattaforme digitali di prossima generazione. I nuovi scenari sono stati analizzati in occasione dell’evento “E-Procurement e nuovi modelli di business digitali”, organizzato dall’associazione Cerchio Ict, che riunisce le società in house Trentino Digitale, Lepida (Bologna), Pasubio Tecnologia (Schio) e Südtiroler Informatik-Informatica Alto Adige (Bolzano). Il tema è stato posto già in apertura dall’assessore allo sviluppo economico, lavoro, università e ricerca della Provincia autonoma di Trento, Achille Spinelli: “Con un valore annuo delle commesse pubbliche che in Trentino superano 1,3 miliardi di euro, il passaggio a modelli innovativi di procurement rappresenta una grande opportunità, ma anche una forte responsabilità, per ottimizzare investimenti e risorse”. Carlo Delladio, presidente di Trentino Digitale, ha ricordato il ruolo delle società in house: “Il nostro compito è assicurare alla pubblica amministrazione le migliori soluzioni tecnologiche, salvaguardando allo stesso tempo la sovranità digitale e la protezione dei dati sensibili. Il modello in house permette di sviluppare servizi su misura, con un’attenzione particolare alla sostenibilità economica”. Tra i relatori collegati da Trento, Barbara Marchetti, Ordinaria di diritto amministrativo presso l’Università degli Studi di Trento, ha approfondito i vantaggi del modello in house nell’acquisizione di tecnologie AI, mentre Marco Valerio Cervellini dell’Agenzia Cybersicurezza Nazionale ha sottolineato la necessità di una governance solida nell’acquisto di sistemi e tecnologie da parte di enti e società pubbliche, così da garantire l’interoperabilità dei sistemi nazionali. Sara Valaguzza, docente di Diritto amministrativo e pubblico all’Università Statale di Milano, ha presentato le opportunità offerte dal nuovo correttivo al Codice appalti.

Sala Marangonerie del Castello del Buonconsiglio di Trento ha ospitato oggi l’evento “E-Procurement e nuovi modelli di business digitali”, organizzato dal Cerchio Ict, che raccoglie le società in house italiane nel settore Ict del Trentino, Alto Adige, Emilia Romagna e Schio. L’evento, disponibile anche in streaming e moderato dal giornalista del Sole 24 Ore, Luca De Biase,ha riunito esperti e rappresentanti della pubblica amministrazione per discutere il futuro dell’approvvigionamento pubblico di servizi digitali, approfondendo i meccanismi di acquisto per le tecnologie emergenti, con un focus su cloud computing, intelligenza artificiale e sicurezza digitale.

Ad inaugurare la giornata, l’intervento dell’assessore allo sviluppo economico, lavoro, università e ricerca della Provincia autonoma di Trento, Achille Spinelli, che ha sottolineato l’importanza di una transizione digitale sostenibile per la pubblica amministrazione: “Oggi, con il cloud e l’intelligenza artificiale, abbiamo strumenti potenti per innovare la pubblica amministrazione ma è fondamentale garantire che queste tecnologie siano accessibili e gestibili in maniera sostenibile. Il Trentino sta costruendo un modello basato su efficienza e trasparenza, che vuole essere esempio di innovazione per tutta l’Italia”.

“L’innovazione digitale rappresenta una leva strategica per migliorare i servizi pubblici e ottimizzare le risorse, rendendo il Trentino protagonista di una transizione all’avanguardia. Con oltre 7 miliardi di euro di commesse pubbliche per l’Ict ogni anno in Italia, è essenziale adottare modelli di procurement che sfruttino appieno le potenzialità offerte dal digitale. In questo modo, non solo supportiamo la crescita economica, ma promuoviamo una pubblica amministrazione capace di adattarsi rapidamente e in maniera sostenibile ai cambiamenti tecnologici,” ha dichiarato Spinelli, evidenziando la necessità di un sistema d’acquisto che garantisca flessibilità, controllo della spesa e alta qualità dei servizi.

L’evento si è sviluppato su tre panel di discussione, in cui esperti e rappresentanti delle società in house hanno esplorato le opportunità e le sfide dell’e-procurement per i servizi digitali.

Il primo panel ha messo in evidenza i benefici del modello in house nel rispondere con tempestività ed efficacia alle esigenze digitali della pubblica amministrazione. Barbara Marchetti, docente di diritto amministrativo dell’Università di Trento, ha approfondito i vantaggi del modello in house nell’adozione dell’intelligenza artificiale, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei dati pubblici, che rimangono sotto il controllo della PA senza dover essere trasferiti a terzi: “Il modello in house consente di mantenere il controllo sui dataset e sulle scelte algoritmiche, garantendo trasparenza e sicurezza per i cittadini”. La docente ha posto la questione degli obblighi europei in materia di compliance, evidenziando l’esigenza di competenze tecniche per gestire al meglio i processi di approvvigionamento digitali.

Il secondo panel si è concentrato sugli acquisti digitali, cuore delll’e-procurement. Marco Valerio Cervellini dell’Agenzia Cybersicurezza Nazionale, ha illustrato il ruolo dell’Agenzia nel supportare gli enti pubblici nei processi di procurement digitale sicuro, sottolineando come la diversificazione dei fornitori rappresenti un rischio per l’interoperabilità dei sistemi a livello nazionale e richieda una forte governance su sistemi e dati. Su questo tema, la professoressa Sara Valaguzza,docente di Diritto amministrativo e pubblico all’Università Statale di Milano, ha presentato le opportunità offerte dal nuovo correttivo al Codice appalti, prospettando nuove modalità di collaborazione per sostenere l’innovazione nel settore Ict: “Gli accordi collaborativi, di ispirazione anglosassone, permettono alle amministrazioni di stabilire obiettivi comuni con gli operatori economici, migliorando la qualità e l’efficienza del procurement digitale”.

Nel terzo e conclusivo panel, i relatori hanno approfondito le implicazioni dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale rispetto alla proprietà intellettuale e ai servizi digitali. “La Provincia autonoma di Trento – ha sottolineato Cristiana Pretto, dirigente generale di Unità di missione strategica Digitalizzazione e reti – ha intrapreso un nuovo percorso, con interventi anche regolatori e organizzativi, per garantire con una governance territoriale strutturata l’implementazione efficace e controllata dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione trentina, definendo all’inizio della legislatura una nuova strategia digitale basata sui dati e sull’interoperabilità. In questo contesto riveste particolare importanza comprendere quali siano le opportunità e gli accorgimenti da adottare per l’acquisizione e l’utilizzo di servizi di terzi, direttamente o tramite la propria in house, accanto alla realizzazione di una soluzione propria, come quella sviluppata nell’ambito del Progetto Bandiera, che possa garantire adeguatamente la sovranità digitale”

“L’evento – ha concluso Kussai Shahin, direttore generale di Trentino Digitale – ha rappresentato un importante momento di confronto e riflessione, con l’obiettivo di rendere la pubblica amministrazione maggiormente consapevole del nuovo contesto caratterizzato da una complessità tecnologica crescente, da normative in continua evoluzione, e soprattutto da nuovi modelli di erogazione dei servizi digitali. Un aspetto importante riguarda il ruolo delle società in house a supporto degli Enti pubblici in termini di presidio delle differenti evoluzioni e di individuazione delle migliori soluzioni per contribuire alla crescita e al miglioramento dei servizi pubblici sul territorio”.

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