Il rapporto presentato stamani si concentra sull’andamento dell’occupazione nel 2021, in un contesto di forte cambiamento delle politiche del lavoro, come sottolineato dalla dirigente Terlizzi, e come discusso da Agenzia del Lavoro anche con Tangorra nel corso della giornata di ieri. Ma la mattinata ha consentito anche di esaminare i dati relativi ai primi mesi del 2022. La dinamica dell’occupazione dei primi sei mesi dell’anno si conferma positiva, grazie a una crescita dell’occupazione che compensa anche il calo delle assunzioni registrato in tutti i comparti nel periodo maggio-luglio (-7%), sulle cui cause gli analisti rimangono prudenti ma che è facile imputare alla congiuntura economica sfavorevole che si è delineata, in particolare per quanti riguarda i costi dell’energia. Le assunzioni, comunque, a luglio risultano in crescita sia nel secondario (+ 9%) che nel terziario (+24%). L’incremento nel terziario è particolarmente significativo rispetto all’anno precedente, su cui ha pesato la chiusura invernale dovuta alla pandemia. Emergono però anche nella stagione estiva 2022 alcuni segnali contrastanti: in particolare, un calo della manodopera dal’estero, attestata al 4,9% del totale, rispetto al 7-8% del periodo prepandemico. E’ calata anche la percentuale di residenti in Trentino avviati come stagionali e di coloro che ripetono l’esperienza nell’anno successivo. Nei primi sette mesi del 2022 sono cresciute infine le cessazioni lavorative, che passano dalle 55.383 di un anno fa, alle attuali 85.123. Un aumento di 29.740 uscite dal lavoro, pari a un +53,7%.
I dati del 2021
Il rapporto di Agenzia del Lavoro presentato stamani nella Sala delle Marangonerie del Castello del Buonconsiglio, come già ricordato, riguarda però il 2021. Vediamo quali sono i trend principali che emergono dallo studio.
Nel 2021 il sistema economico del Trentino ha reagito positivamente all’attenuarsi dell’emergenza creata dalla pandemia. Come illustrato dalla direttrice dell’Ufficio studi delle politiche e del mercato del lavoro di Agenzia del Lavoro Isabella Speziali, in provincia di Trento il PIL ha segnato una crescita del 6,9%, che compensa gran parte della perdita dell’anno precedente. I corrispettivi valori di crescita per Italia, provincia di Bolzano e Nord Est sono rispettivamente 6,6%, 6,7% e 7,2%. I rapporti di lavori attivati sono stati 162.266, +26,5% rispetto al 2020
Nel 2021 sono cresciuti inoltre sia i consumi dei residenti che gli investimenti. Le imprese hanno registrato una significativa crescita di tutti gli indicatori economici, quali il fatturato, la produzione, le ore lavorate e gli ordinativi. Particolarmente in crescita risultano i settori del manifatturiero e delle costruzioni. Per i movimenti turistici, invece, si riscontra nel 2021 una dinamica ancora in affanno nonostante importanti segnali di ripresa determinati dal ritorno dei turisti stranieri e un buon andamento della stagione estiva, con un +31,7% di arrivi e un +37,2% di presenze. A pesare sul bilancio complessivo dell’anno è stato naturalmente il mancato decollo della stagione invernale, a causa della pandemia.
Nel 2021, rispetto all’anno precedente, come già detto, le forze di lavoro sono cresciute e sono calati i soggetti inattivi. Gli occupati sono aumentati dell’1,5% mentre è scesa dell’11,1% la percentuale di chi cerca lavoro. E’ cresciuto il peso del tempo pieno e, tra i dipendenti, in maniera consistente anche il tempo determinato. Il tasso di occupazione è salito al 67,3%, rispetto al 66,4% dell’anno precedente. Il tasso di disoccupazione è calato al al 4,8%, sei decimi di punto in meno sul 2020. Della ripresa hanno beneficiano sia gli uomini che le donne, e un po’ tutte le fasce di età, compresi gli ultra 54enni. I contratti stabili nel 2021 pesano un po’ meno rispetto al 2020 ma più che nel 2019.
In forte crescita nel 2021 anche la domanda di lavoro delle imprese trentine. La crescita si deve al settore secondario e in particolare al comparto del manifatturiero, mentre cala la domanda di lavoro in agricoltura. La ricerca di operai specializzati supera lo scorso anno addirittura il livello del 2019. Il numero delle imprese alla ricerca di personale personale si è attestata in Trentino al si attesta al 73%. L’equivalente del Nord Est è 65,7% e dell’Italia il 60,7%. Rispetto al 2020 le assunzioni sono aumentate per più di 33.900 unità (+26,4%) e in confronto al 2019, anno prepandemico, di 1.108 (+0,7%).
Rispetto al picco del 2020 è calato molto l’utilizzo della cassa integrazione (-70,7%), che però non si è riportato ai livelli prepandemici. Nel 2021 l’intervento si è mantenuto molto orientato sulle crisi ordinarie che hanno assorbito quasi l’80% delle risorse messe a disposizione. L’industria è risultata destinataria di quasi il 69% delle ore autorizzate nell’anno.
Nel 2021 infine si è registrato anche in Trentino, come altrove, il fenomeno dlela crescita delle dimissioni, pari a 21.120 unità, ovvero +13,2% rispetto al 2019. Anche questo fenomeno rientra fra quelli che Agenzia del Lavoro tiene costantemente monitorato. In parte può essere spiegato con il fatto che in un contesto di crescita e di spinta alla ricerca di manodopera, si ampliano i gradi di libertà per spostamenti all’interno del mercato del lavoro. A un mese dalla dimissione, infatti, ha un nuovo lavoro il 51,7% del target, a 3 mesi il 60% e a 6 mesi quasi i due terzi, soprattutto maschi e giovani. Nel nuovo lavoro il cambiamento non passa necessariamente per un nuovo settore o una diversa mansione: il 51,5% resta nello stesso grande gruppo professionale e il 44,3% nello stesso comparto di attività.
Interviste a cura dell’ufficio stampa (Terlizzi, Speziali, Spinelli). |