“Il metodo è stato impostato. Si parte da una mappatura estremamentre precisa che consente di analizzare caso per caso e parallelamente dalla revisione degli strumenti a disposizione delle istituzioni per affrontare l’emergenza casa. Tra dieci giorni un nuovo punto alla luce dei dati nel frattempo raccolti”. Questo l’esito della prima riunione urgente dedicata al tema sfratti e morosità tra Provincia autonoma, Comune di Trento e Itea. Nella sede di piazza Dante l’assessore provinciale alle politiche per la casa, patrimonio, demanio e promozione della conoscenza dell’Autonomia Simone Marchiori, l’assessore comunale con delega al welfare di comunità Alberto Pedrotti, il vicepresidente di Itea Michele Ravagni e la direttrice generale Miriana Detti, la responsabile del Servizio politiche per la casa della Provincia Antonella Rovri, la funzionaria del servizio Sara Colaone e la dirigente del servizio politiche abitative del Comune Cristina Degasperi.
“Come annunciato ieri in occasione dell’avvio del Comitato provinciale per la condizione abitativa, ci siamo trovati per affrontare il tema degli sfratti e morosità per gli inquilini Itea partendo dal Comune capoluogo, in cui si evidenziano la maggior parte dei casi a livello provinciale” spiega Marchiori. I casi sotto la lente sono una quarantina (in una decina hanno già accettato le rateizzazioni, rispetto ai 50 delle stime iniziali), con diverse differenze. Oltre all’importo dovuto – da poche centinaia di euro a qualche migliaia – ci sono variazioni sulle cause e motivazioni. Alcune derivano dal mancato pagamento di spese condominiali, altre di spese condominiali e rate dell’affitto, altre ancora da situazioni che si trascinano da un lungo periodo. Di qui la decisione di aggiornarsi tra dieci giorni per approfondire il quadro. “In questo modo – prosegue l’assessore – nel prossimo incontro potremmo entrare nel merito ed elaborare risposte rivolte a chi è oggettivamente in difficoltà – anche con il ricorso a rateizzazioni e altri strumenti in mano a Provincia e Comune -, sanzionando invece chi non sta rispettando i patti non per problemi economici ma per altri motivi”.
In ogni caso, aggiunge Marchiori, l’approccio è stato positivo: “Fin da subito si è registrata una grande condivisione di metodo e la volontà arrivare ad una soluzione che tuteli sia Itea che gli inquilini virtuosi, ma che consenta in ogni caso di affrontare un problema che rischia di esplodere come una vera piaga sociale”.
Il conchiuso di Giunta: task force casa e housing sociale
Sempre in mattinata, nella consueta seduta del venerdì la Giunta provinciale ha approvato il conchiuso, ovvero l’impegno formale anche questo anticipato ieri da Marchiori, per rendere operativo il piano di legislatura con cui rispondere alla questione abitativa. Alla struttura provinciale in materia di politiche per la casa è stato dato mandato, anche attraverso il coinvolgimento di soggetti esperti, di avviare il percorso di revisione della legge provinciale sulla casa nonché lo studio di un nuovo progetto di housing sociale rivolto alla fascia grigia, il ceto medio che non rientra nell’edilizia sociale ma non ha la forza per comprare sul libero mercato. Proposte che al termine del percorso di elaborazione e condivisione con gli altri servizi e il Comitato provinciale per la casa arriveranno in Giunta per l’approvazione conclusiva.
Nel conchiuso, “l’assessore Simone Marchiori evidenzia come il tema casa stia assumendo un ruolo sempre più centrale nelle politiche pubbliche come rappresentato nel programma di legislatura del presidente Fugatti ed emerso nelle numerose interlocuzioni avviate in questo primo periodo. Anche il dibattito consiliare ha dedicato particolare rilievo alle problematiche legate al settore evidenziando la necessità di individuare soluzioni efficaci da attivare nel breve e medio periodo con uno sguardo rivolto al contempo verso il futuro”.
Come condiviso nella prima riunione del Comitato provinciale per la condizione abitativa, si sottolinea la necessità di “avviare un processo di analisi e revisione del quadro normativo provinciale di riferimento considerato che ad oggi risulta ormai superato, di difficile attuazione e incapace di soddisfare i nuovi e crescenti bisogni abitativi anche alla luce di una insufficiente offerta di alloggi sociali.
Nel documento l’assessore ricorda infine i positivi risultati ottenuti con l’attivazione del Fondo Housing sociale Trentino e propone di valutarne l’ulteriore percorribilità.