“Il Fondo di solidarietà del Trentino, nato da un accordo fra Provincia, sindacati e associazioni imprenditoriali, è in sé uno strumento virtuoso, di pura matrice autonomistica, di fatto il più ampio esistente oggi in Italia, da momento che in caso di crisi aziendali, copre anche i lavoratori delle imprese sotto i 5 dipendenti, oltre che quelli del settore agricolo e del commercio. E’ inoltre uno strumento che, in condizioni ordinarie, si autosostiene, grazie ai versamenti dei datori di lavoro e dei lavoratori stessi, a cui si è aggiunto nella fase iniziale il contributo della Provincia. Il problema sorge ora, nel pieno di una pandemia che ha chiuso le attività imprenditoriali e lasciato a casa migliaia di lavoratori. Per far fronte alle richieste di sostegno di tutti i lavoratori interessati dal Fondo e colpiti dalla crisi attuale, non basta ovviamente quello che abbiamo già accantonato: servono altri 30-40 milioni da parte di Roma. Ma lo Stato ha deciso, almeno per ora, di non finanziare chi ha già un proprio strumento di intervento. Quindi il paradosso è che chi ha fatto le scelte più virtuose oggi viene penalizzato”. Questo il commento dell’assessore allo sviluppo economico e lavoro Achille Spinelli, il merito alla situazione del Fondo di solidarietà e alle dimissioni, annunciate oggi dal Commissario Unico Andrea Grosselli. “Spero – prosegue l’assessore Spinelli – che possa rivedere la sua decisione”. |
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