Si è conclusa la seconda sperimentazione nazionale e sono 45 le aziende italiane che hanno raggiunto il traguardo della certificazione “Family Audit Executive”. Sui loro piani aziendali è stata fatta la “Valutazione di impatto familiare”, cioè un’indagine approfondita dei risultati raggiunti al termine del percorso di certificazione e dell’impatto che la certificazione ha avuto nel loro management e nella performance aziendale complessiva. L’analisi è stata promossa dall’Agenzia per la coesione sociale, la famiglia e la natalità della Provincia autonoma di Trento con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia. Oggi la Giunta provinciale ha approvato la “Valutazione di impatto familiare”. L’evento di consegna del certificato “Family Audit Executive” si terrà a Roma il 23 luglio. , presso il Dipartimento per le politiche della famiglia.
Delle 45 aziende, 26 sono trentine e l’86,7% proviene dal Nord Italia. 34 aziende tra quelle che hanno conseguito il certificato Family Audit Executive, hanno già dichiarato di voler proseguire l’iter di certificazione con il processo di mantenimento. La valutazione riporta l’analisi d’impatto delle misure di conciliazione messe in campo dalle organizzazioni che hanno partecipato alla seconda sperimentazione nazionale. Vi sono riportati gli indicatori di flessibilità più significativi, quali ad esempio gli occupati con banca delle ore (+19,8%) e con telelavoro/smart working (+7,4%), i giorni di malattia medi all’anno per lavoratore in organizzazioni con oltre 100 occupati (-0,4) ed ore di straordinario medie all’anno per lavoratore in organizzazioni fino a 15 occupati (- 17,3). La quota media di dipendenti delle organizzazioni che hanno beneficiato del congedo parentale è costante tra l’anno 0 e l’anno 2 intorno al 17% (22% per le donne ed 8% per gli uomini), per poi salire al 21% nella terza annualità, anche se questo aumento è dovuto ad un maggior utilizzo da parte delle sole lavoratrici, che arrivano ad un 26,5%. Questo andamento, se confrontato con il dato relativo al numero di aventi diritto indica che nel corso del processo si è verificato comunque un continuo aumento dell’utilizzo dei congedi parentali da parte dei dipendenti che ne avevano diritto. Nel documento si presentano le aziende che hanno realizzato l’iter di certificazione, coinvolgendo un totale di 63.943 occupati (21.852 donne e 42.091 uomini). Le misure realizzate sono state in totale 1.412. Hanno riguardato l’organizzazione del lavoro, cultura e welfare aziendale, la comunicazione, il welfare territoriale, le nuove tecnologie. Tra le misure vi sono: introduzione flessibilità oraria, telelavoro (mobile, a domicilio, in telecentri, smart working), convenzioni e sconti per i dipendenti, percorsi di Age Management, organizzazione del Family Day (evento aperto ai dipendenti e alle proprie famiglie come momento di socializzazione), fondi di solidarietà/microcredito, mensa aziendale per la famiglia, baby sitter aziendale/baby parking, spazio bimbo o allattamento nel luogo di lavoro, scambio dell’usato, servizi di consulenza psicologica, tirocinio per i figli dei lavoratori, pari opportunità, formazione del management, revisione dei processi di lavoro, banca delle ore. Lo standard Family Audit è uno strumento di management e di gestione delle risorse umane a disposizione delle organizzazioni pubbliche e private che vogliono certificare il proprio impegno nell’adozione di politiche di gestione del personale orientate alla conciliazione dei tempi della vita lavorativa con i tempi della vita familiare, nell’ottica del benessere lavorativo e della valorizzazione delle competenze femminili. Ad oggi lo standard Family Audit si è diffuso su tutto il territorio nazionale anche grazie agli accordi firmati con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia o con alcune Regioni, come il Veneto, la Puglia e la Sardegna o con singoli enti. Al 31 dicembre 2020 erano 316 in totale le organizzazioni aderenti con un coinvolgimento complessivo di 157.209 occupati. La seconda sperimentazione nazionale ha preso avvio nel 2015 per terminare nel 2020. |