Una lettera per chiedere quando inizierà il prossimo semestre accademico e quando si terrà la prossima udienza per il rinnovo della detenzione. Patrick George Zaky, insomma, vuole tornare a studiare. Il 27enne egiziano, ricercatore, è detenuto al Cairo dallo scorso febbraio con l’accusa di propaganda sovversiva su internet.

Il suo arresto è stato rinnovato a luglio. Zaky frequentava un master internazionale in Studi di genere all’università di Bologna ed è attivista presso l’Iniziativa egiziana per i diritti personali (Eipr). Quando è stato arrestato, era tornato in Egitto per trascorrere una vacanza a Mansoura, sua città natale a circa 120 chilometri dal Cairo.

A dare notizia della lettera la pagina Facebook Patrick Libero, che raccoglie appelli e informazioni sullo stato del caso che società civile e diplomazia italiana non vuole si trasformi in un nuovo caso Regeni, il ricercatore friulano scomparso, torturato e ucciso al Cairo nel gennaio 2016. La missiva è stata scritta in arabo e quindi tradotta in inglese e italiano.


“Sabato 19 settembre la famiglia di Patrick ha ricevuto una nuova lettera da parte sua, in cui invia il suo affetto agli amici in Egitto e all’estero e ai colleghi delle università di Bologna, Siviglia e Granada. Ha anche ripetuto la domanda che aveva posto nella sua precedente lettera, riguardante la data della sua prossima udienza per il rinnovo della detenzione, che è ancora vaga anche per noi e per i suoi avvocati. Secondo i suoi avvocati, la prossima sessione dovrebbe svolgersi nei ultimi dieci giorni di settembre, ma non ci sono informazioni precise, in quanto stiamo aspettando che gli avvocati conoscano la data esatta un giorno prima di quella prevista. D’altra parte, la data di inizio del suo semestre accademico all’Università di Bologna è stata confermata per il 27 settembre. Patrick spera, e anche noi, di poter raggiungere i suoi colleghi e di poter tornare al suo posto all’università”.

Lo scorso agosto la madre ha incontrato Zaky per la prima volta dopo la detenzione. “Sua madre ha raccontato che Patrick sta bene. Ha perso un po’ di peso ed era leggermente diverso, ma in generale è in buona salute”, faceva sapere anche in quel caso il post della pagina Facebook. “Patrick ha chiesto per quanto ancora sarà detenuto infondatamente e si è mostrato preoccupato per lo stato dei suoi studi, che spera di poter riprendere al più presto”. A preoccupare anche l’emergenza coronavirus e la sua diffusione delle carceri: proprio nell’Istituto di Tora, dov’è detenuto Zaky, un giornalista è morto dopo aver contratto il virus.