Maxioperazione della squadra mobile di Caserta, coordinata con il Centro operativo di Roma, che ha portato all’esecuzione di 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Gli arresti, rispondono ad una sentenza del gip del Tribunale di Napoli, e sono rivolte ad elementi di spicco del clan Casalesi-Schiavone e ed alla famiglia mafiosa Riina- Messina Denaro. Le accuse per i malviventi sono di associazione mafiosa, illecita concorrenza, intestazione fittizia di beni e traffico di armi. Le indagini hanno evidenziato la strategica alleanza conclusa tra la camorra casertana ed imprenditori siciliani organici alla cosca Riina-Messina Denaro, al fine di conquistare il controllo monopolistico dei trasporti su gomma e della commercializzazione all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli sull’asse Sicilia-Campania-Lazio, sulle tratte da e per i mercati dell’isola verso quelli campani e verso lo strategico mercato di Fondi (Latina). Dunque, il clan dei Casalesi, in cambio del monopolio dei trasporti in favore di una ditta appartenente a elementi di vertice dell’organizzazione, garantivano a imprenditori del commercio all’ingrosso organici alla mafia, la possibilità di vendere i prodotti ortofrutticoli provenienti dalla Sicilia in regime esclusivo sui mercati campani e del basso Lazio, profondamente condizionati attraverso la forza di intimidazione della camorra. Svelato anche un ingente traffico di armi, acquistate nell’Est Europa dai Casalesi, realizzato utilizzando gli autotreni delle imprese di trasporto controllate e gestite dalle organizzazioni camorristiche.
Quattro delle sei ordinanze eseguite oggi dalla squadra mobile di Caserta e dal centro operativo della Dia di Roma sono state notificate in carcere nei confronti di Nicola Schiavone, 32 anni, figlio di Francesco, soprannominato “sandokan”, Antonio e Massimo Sfraga, rispettivamente di 45 e 38 anni, e Gaetano Riina, 78 anni, fratello di Salvatore Riina. In manette, invece, sono finiti Carmelo Gagliano, 45enne di Marsala (Trapani) e Pasquale Coppola, 24 anni, nato a Pollena Trocchia (Napoli).. Ai destinatari delle misure restrittive erano già stati notificati analoghi provvedimenti lo scorso 15 novembre, annullati poi dal Tribunale del Riesame di Napoli per vizi formali, cioé “per mancanza delle motivazioni autonome” del gip rispetto alle richieste conclusive della Procura Antimafia di Napoli. Vizio formale poi superato che ha consentito di reiterarli lo scorso 20 gennaio sulla base dei gravi indizi di colpevolezza acquisiti. Le sei ordinanze sono legate all’operazione “Sud Pontino” coordinata dalla DDA partenopea e conclusasi nel maggio del 2010 con l’emissione di 60 ordinanze di custodia cautelare in carcere.