Patto di Stabilità e MES: due riforme cruciali per l’Europa al vaglio della riunione informale dell’Ecofin in corso a Stoccolma. Sarà la prima volta che i ministri europei si esprimeranno sulla riforma presentata dalla Commisisone europea, che tenta di trovare un compromesso fra posizioni spesso molto distanti.
L’attenzone sarà puntata soprattutto sull’Italia, perchè è il paese più indebitato dell’Eurozona e dovrebbe quindi prevedere regole di correzione più austere e perchè non ha ancora ratificato la riforma del MES, che potrebbe rappresentare una partita di scambio su tematiche più sensibili come il Patto di stabilità e la flessibilità in bilancio.
Una posizione scomoda che non esclude pressioni sul Ministro Giorgetti, in provcinto di volare verso la capitale nordeuropea non appena sarà sciolto il nodo DEF alla Camera. E proprio il DEF, questa volta, ha salvato il titolare del MEF da una poszione insidiosa, poichè di MES si è parlato questa mattina, mentre al suo arrivo si affornteranno i temi Ucraina e Patto di stabilità.
La riforma del Patto di stabilità divide
La Commisisone europea ha presentato nei giorni scorsi la sua proposta di riforma del Patto di stabilità e crescita, che prevede un aggiustamento in 4 o 7 anni, con un aggiustamento di bilancio minimo dello 0,5% del PIL all’anno finché il disavanzo resta superiore al 3% ed il debito al 60% del PIL.
Un Piano che non è piaciuto molto alla Germania, che ha subito storto la bocca, proponendo un aggiustamento più incisivo dell’1% annuo per i Paesi con debito elevato. Il Ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, arrivando a Stoiccolma hgga chiarito chr la correzione di bilancio “è solo una salvaguardia” e la Germania conferma “un atteggiamento costruttivo” su questa riforma in quanto “il Patto ne deve uscire migliorato”.
L’Italia al contrario sta trattando per ammorbidire le regole di bilancio, non tanto sulla percentuale di aggiustamento, quanto sulle spese da conteggiare per il calcolo del deficit. Ib questo caso, Roma punterebbe ad escludere gli investimenti previsit dal PNRR dal totale della spesa pubblica. E per questo conterebnbe di usare l’arma della ratifica del MES come contropartita.
Dissonanze confermano che è stato trovato equilibrio
“Quello che abbiamo proposto è un insieme equilibrato che riflette diverse visioni”, ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, aggiungendo “ora è importante coinvolgere i paesi membri nelle discussioni”.
Una tesi sposata anche dalla BCE. Apprezziamo veramente gli sforzi della Commissione per trovare un compromesso con gli Stati”, ha affermato la Presidente dell’Eorotower Christine Lagarde, spiegando “è chiaro che ci sono le divergenze tra i Paesi perchà fronteggiamo diverse sfide”. L’Istituto di Francoforte “sta preparando un suo parere” sulla riforma del Patto, ma mostra già apprezzamento per una serie di elementi: approccio più nazionale, focus sui debiti più elevati, prospettiva di medio termine che incientivi investimenti e riforme.
Cosa accadrà al MES?
L’Italia è l’unico Paese a non averlo ancora ratificato. Una questione che crea imbarazzo a Bruxelles che da tempo è in pressing perchè anche il Parlamento italiano dia il suo via libera. Un asso nella manica per una trattativa più com plessa che riguarda il Patto di stabilità e la flessibilità di bilancio. Flessibilità che il governo di centrodestra vorrebbe spingere allìewnnesima potenza, escludento tutti gli investimenti finalizzati ad accelerare la crescita.
Quanto al MES, il governo Meloni punterebbe a trasformarlo in uno strumento utile a finanziare investimenti e riforme, laddove la recente crisi bancaria e le fibrillazioni dei mercati hanno consigliato ai partner europei di conservare uno strumento volto a mettere al riparo l’Eurozona da nuove crisi finanziarie Ma per far ciò anche l’Italia deve ratificare il MES.
Il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo informale a Stoccolma, ha affermato “ci rendiamo conto” che la ratifica della riforma del MES “è un tema rilevante per l’Italia”, ma “ci serve ancora che venga ratificato affinché altri paesi abbiano accesso”.
Il presidente del MES, Pierre Gramegna, ha annunciato che tornerà in Italia per spiegare che la riforma delinea un “sistema di sicurezza il cui uso non è vincolante, ma a scelta del Paese richiedente ove ne ravvisi l’opportunità”.