La politica ritrova i buoni vecchi metodi di sempre e con quelli cerca di uscire dal vicolo cieco nel quale l’ha cacciata il risultato del 4 marzo. L’argomento del giorno sono state le presidenze delle camere attraverso contatti ripetuti tra i vari plenipotenziari. Il timore è quello di restare isolati. Pd, Berlusconi e Fratelli d’Italia avvertono questo rischio ma pure Cinquestelle e Lega non possono permettersi di ballare da soli. Anche perché all’ipotesi di un accordo politico Salvini-Di Maio, che possa estendersi anche al governo e a una legge elettorale maggioritaria per poi tornare subito al voto, al momento credono in pochi e quindi anche per loro l’esigenza è trovare sponde.
I grillini hanno ottenuto il 36 per cento dei parlamentari ma per eleggere sia il presidente del Senato sia quello della Camera occorre il 50 per cento. Per decenni in Italia c’è stato un partito, il Pci, che pur avendo il trenta per cento dei voti non ha avuto né Montecitorio né palazzo Madama. Nessuno ha i numeri per imporsi e tutti hanno bisogno di una sponda.
Il Pd prova a incunearsi tra grillini e Lega, attendendo un segnale vero da entrambi. Per il momento per le presidenze delle camere, per dopo chissà. I Cinquestelle hanno incontrato Guerini e Martina, a testimonianza della volontà dem di non restare in disparte.