Paura in mare per le orche

Le orche sono tra gli animali più affascinanti dei mari e degli oceani. Il loro comportamento sociale e la loro capacità di trasmettere gli insegnamenti, caratteristica che le accumuna ad altri grandi mammiferi marini, come delfini e balene, incuriosisce da sempre studiosi e ricercatori.

Negli ultimi tempi però il comportamento di alcune orche assassine che vivono a largo delle coste spagnole, per la precisione nello Stretto di Gibilterra, sta destando notevole preoccupazione tra la popolazione ed i ricercatori. Gli animali hanno infatti iniziato ad attaccare alcune imbarcazioni – principalmente barche a vela – e secondo gli esperti potrebbe trattarsi di un comportamento che alcuni individui avrebbero insegnato ad altri, quindi destinato ad essere replicato.

Le aggressioni alle imbarcazioni sembrano seguire uno schema ricorrente: gli animali si avvicinano da poppa per poi far partire un attacco “sincronizzato”, colpendo ripetutamente la barca.

Per il momento le orche – si stima che nell’area vivano complessivamente almeno 39 esemplari – sono state in grado di affondare tre imbarcazioni, ma ci sarebbero state molte altre le aggressioni.

Il 4 maggio 2023 è stato registrato uno degli episodi più significativi, con la guardia costiera costretta ad intervenire per salvare l’intero equipaggio di una barca presa di mira da tre orche.

Gli esperti precisano che al momento è impossibile fornire una risposta certa per spiegare cosa stia spingendo gli animali a comportarsi in questo modo, i dati a disposizione sono infatti troppo scarsi e di difficile interpretazione.

Da cosa dipendono gli attacchi delle orche? L’ipotesi del “momento critico di agonia”

L’ipotesi più concreta è che tutto sia partito da un singolo episodio, che alcuni ricercatori hanno definito come “un evento traumatico”, che potrebbe aver modificato il comportamento di un singolo animale, rendendolo ostile verso le imbarcazioni e venendo poi imitato da altri esemplari.

Secondo i più autorevoli esperti del settore il tutto potrebbe essere partito da un “momento critico di agonia”, come lo scontro con un’imbarcazione, che avrebbe innescato l’attivazione di un “interruttore comportamentale” in uno di questi mammiferi marini.

“Se continueranno a recepire questo modo di comportarsi come vantaggioso – spiegano gli scienziati – continueranno a farlo”.

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