Pd campano: guerra aperta tra il monopolista De Luca e la segretaria Elly Schlein

La personalizzazione della politica in Campania risponde al monopolista indiscusso  Vincenzo De Luca,  e il sistema dei rapporti, e dei comportamenti pubblici,  del governatore campano può essere riassunto nel trinomio: conflitto-mediazione-alleanze trasversali. Il conflitto sistematico si esprime sia nei confronti di altre istituzioni nazionali e territoriali,  sia nei confronti della segreteria del Partito democratico. Elly Schlein avrebbe condotto il Pd “alla fame elettorale” e avrebbe difeso gli “squadristi” che hanno impedito al ministro Roccella di parlare alla torinese Fiera del libro.

Fra conflitto e mediazione, in incessante oscillazione, si sviluppa il rapporto fra il presidente e i vertici del Pd. De Luca si esprime, ad esempio, nella richiesta ai vertici del Pd dell’urgente svolgimento del congresso regionale e dell’accordo su un segretario ben accetto a De Luca,  in cambio di un più nutrito numero di posti concesso alla corrente della Schlein nel direttivo campano del partito. L’uso a corrente alternata di conflitto e mediazione sta a dimostrare che l’obiettivo prioritario di De Luca è comunque la sua candidatura per il terzo mandato come presidente regionale: da realizzare o con la piena adesione del suo partito o per altre vie.

A proposito di altre vie  si possono indicare  le alleanze trasversali con i presidenti di regione sensibili al terzo mandato. De Luca segue  con interesse l’iter della proposta di legge inviata su questo tema dalla Conferenza delle Regioni al ministro Calderoli.

De Luca riempie, col basso profilo del suo operato, il vuoto lasciatogli dal Pd, vero responsabile del monopolio che il presidente esercita sulla politica campana. De Luca accompagna la sua pratica politica con un lessico ormai formalizzabile perché assai ricorrente nei suoi usi linguistici. Non pochi esempi possono essere citati al riguardo. Il governo del paese è in mano ad “analfabeti di ritorno”. De Luca  attribuisce la patente di “cafoni” persino ai suoi concittadini che hanno impedito a Maurizio de Giovanni e Gaetano Quagliariello, tifosi dichiarati e militanti del Napoli, di presentare a Salerno i loro libri perché presunti rei di aver offeso i tifosi della Salernitana.

L’attacco è ad alzo zero, ed il Riformista lo aveva ampiamente anticipato. Elly Schlein: “Lei si i suoi bei tre mandati li ha fatti, non lo dimentichiamo. Lei sì, è una cacicca“.

Il governatore della Campania a margine della presentazione di una mostra, ha parlato con i giornalisti a Palazzo Santa Lucia. Un j’accuse che non prevede appello quello del Presidente della Regione, che ricorda anche le recenti primarie del suo partito: ‘È demenzialità pura fare eleggere una segretaria da cittadini che non fanno parte del Pd, dagli altri e non dai militanti’.

Un conflitto che parte dalle primissime dichiarazioni di Elly Schlein che inserì subito il governatore nella lista dei cacicchi, continuato con il niet al terzo mandato ipotizzato da De Luca e con la rimozione di Piero De Luca come vicecapogruppo alla Camera, solo a causa del cognome che porta.

Il Presidente campano andrà avanti sul terzo mandato, presenterà un emendamento allo Statuto in Consiglio Regionale ed il Pd si spaccherà definitivamente. Peraltro su un tema molto scivoloso per Elly Schlein, che rischierà di avere inequivocabilmente contro il partito degli amministratori. Così le prossime elezioni amministrative del 2024, potrebbero diventare una sorta di nuove primarie per il Pd a trazione 5 stelle, e l’esito rischia di non essere quello auspicato da Elly. In Campania invece si voterà nel 2025, con un altro inquilino al Nazareno, così  spera Vincenzo De Luca.

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