Il tribunale di Budapest non ha concesso i domiciliari a Ilaria Salis. “Le circostanze non sono cambiate”, ha dichiarato il giudice Jozsef Sòs. Troppo pesanti le imputazioni per concederle i domiciliari, anche con il braccialetto elettronico, e per cambiare il suo status di detenuta pericolosa. I
‘La candidatura di Ilaria Salis, l’insegnante e attivista monzese arrestata 13 mesi fa a Budapest e tuttora detenuta in custodia cautelare con l’accusa di aver pestato a bastonate alcuni neonazisti con un gruppo di compagni’, è l’attacco dell’editoriale firmato da Marco Travaglio sul “Fatto Quotidiano“, nel quale pone seri dubbi di “serietà” sulla posizione del Pd sulla “compagna” Salis, a processo in Ungheria per gli assalti ai giovani di estrema destra. A parte l’invasione di campo sul fronte giudiziario, Travaglio si chiede a che titolo una candidatura possa essere utili ai cittadini chiamati a votare per la Salis.
“Che c’entra tutto ciò col Parlamento europeo? Che senso ha chiedere gli arresti domiciliari per un’imputata in attesa di giudizio e poi candidarla per farla uscire con l’immunità senza neppure conoscere le eventuali prove a carico? E siamo sicuri che politicizzare il caso a un tale punto indurrà i giudici e il governo ungheresi a usarle il guanto di velluto anziché il pugno di ferro?”, si chiede il direttore del “Fatto”.
La Schlein ha incontrato il papà di Ilaria Salis, peraltro critico con lei anche sui modi in cui è stata “gestita” la candidatura della figlia. In sintesi, la richiesta è di una candidatura blindata. Repubblica parla di una stretta del Pd sulle liste, con la segretaria che potrebbe rinunciare alla corsa da capolista e la possibilità per Salis di essere presentata nelle isole.