‘Corro per vincere’, ha detto Andrea Orlando a ‘Radio anch’io’, a proposito della sua candidatura alla segreteria del Pd, rivendicando la volontà di tenere insieme culture politiche che si sono unite dieci anni fa e di farle vivere in un grande progetto. Sulla data delle primarie, il ministro della Giustizia ha detto: ‘Ho bisogno del doppio del tempo dei miei competitori, perché voglio anche ascoltare, non solo parlare’. Quanto alla battuta sulla prepotenza, Orlando ha detto di essersi riferito alla politica che cerca di delegittimare l’avversario e sotto questo profilo ci sono stati tratti anche di Renzi, ‘mentre la nostra cifra deve essere molto diversa, perché se diventiamo simili alla destra populista, la gente finisce per scegliere l’originale’. Andrea Orlando lancia in pratica una sfida diretta a Renzi, ‘il prepotente’, con il suo ‘profilo basso’, come un vecchio comunista legato ai principi del passato ed al vincolo di ‘comunità’. Il suo amore per ‘il partito’ è totale. Si iscrisse a 13 anni alla gioventù comunista e a 18 al Pci, dove mosse i primi passi da politico: segretario Fgci e consigliere comunale a La Spezia. Orlando è il Guardasigilli e ricorda che fra i suoi predecessori ci fosse Palmiro Togliatti. Adesso vuol rimettere assieme i cocci del Pd. Un partito di cui sa vizie virtù avendo lavorato con Piero Fassino, Walter Veltroni, Dario Franceschini, Pier Luigi Bersani, Matteo Renzi. Per lui il Pd deve cambiare radicalmente, recuperare quel che si è rotto per ritrovare un ‘senso di comunità’. Molti i suoi sponsor che vanno da Giorgio Napolitano a Emanuele Macaluso, e dagli ex-dc agli ex-bersaniani.
Cocis