Assemblea super blindata quella del Pd, che alla nuova Fiera di Roma, inizia sulle note dell’ Inno di Mameli. Dopo l’intervento della vice presidente, Marina Sereni, ha preso la parola il segretario dimissionario Pier Luigi Bersani. Entro le 13 vanno raccolte le 95 firme necessarie a candidarsi alla segretaria. Ma per ora l’unica candidatura plausibile resta quella di Epiani. Per evitare che l’incontro potesse essere disturbato da episodi spiacevoli, il servizio d’ordine ha tenuto fuori dal padiglione dove si svolgono le Assise i pochi esponenti di OccupyPd presenti, mentre il noto disturbatore Tv Paolini è stato tenuto fuori dal compound della Fiera di Roma. I circa 30 esponenti di OccupyPd indossano una maglietta bianca con una scritta che contrasta con il loro numero effettivo (“Siamo più di 101”) ma che evoca il numero di franchi tiratori che hanno bocciato l’elezione di Prodi al Quirinale. La maglietta viene venduta a due euro e Michele Emiliano, sindaco di Bari, ne ha acquistata una pur non indossandola. Anche i giornalisti sono tenuti a debita distanza: per loro una ampia sala stampa con wi fi, ma divieto di accesso nella sala dove si svolge l’Assemblea.
Bersani: “Si vince insieme, si perde da soli”. “Ora serve un nuovo inizio, ne saremo capaci, bisogna che ci convinciamo noi stessi. Questo deve essere il cuore del congresso”. E’ quanto ha dichiarato Pier Luigi Bersani, nel corso dell’assemblea in corso alla Fiera di Roma.
“La nostra gente ci chiede unità, responsabilità, serietà. Ricominciamo senza astio, recriminazionioni, personalismi – ha continuato il segretario uscente del Pd – Io l’ho già detto, da capitano o mozzo lavorerò perché la nave riprenda la giusta rotta. Grazie per quello di buono che abbiamo fatto, di quel che non ha funzionato si dia pure a me la colpa, non è questo il problema. E’ anche questa la legge della politica”.
“Siamo un partito senza padroni, dove è più facile smontare che tenere assieme – ha continuato -. E tenere assieme deve essere responsabilità di ciascuno, non di uno”. La “legge della politica è anche che si vince insieme e si perde da soli”, ha detto. “Non posso né voglio parlare dei compiti del Pd in questa fase crucialissima, toccherà al nostro segretario”, ha osservato. Ma ha lanciato un appello ai compagni di partito: “Dobbiamo mostrare al Paese che guardiamo avanti”, ha sottolineato. “Le mie dimissioni, ha poi spiegato Bersani, “non sono state un gesto personale. Questa dimissioni sono state un gesto politico”. Sono avvenute su “una questione dirimente per il Pd – ha ricordato – e voglio credere che si potrà discuterne a fondo nel congresso. Altrimenti sarebbero state dimissioni inutili”, ha detto ancora il segretario del Pd. “Io farò la mia parte nella discussione”, ha assicurato. “Resto fermamente convinto che la prospettiva di un partito riformista sia l’unica speranza per il nostro Paese”, ha aggiunto. A partire dalle 14 avranno inizio le procedure di voto e fino a quel momento si avrà tempo per raggiungere le 95 firme di delegati necessari per proporre il nome di un candidato alla segreteria. Nel caso in cui vi fosse più di un candidato, si andrà al ballottaggio. Ma la candidatura di Guglielmo Epifani non verrà per il momento ostacolata da Laura Puppato che, parlando con i giornalisti, ha escluso l’ipotesi di una sua candidatura alla segreteria del partito. “Non mi candido”, ha dichiarato.
Epifani: “Mia disponibilità per spirito di servizio”. “Ho dato la mia disponibilità a candidarmi a segretario del Pd per spirito di servizio”. E’ quato ha dichiarato Guglielmo Epifani arrivando all’assemblea nazionale del Pd.
Ed in merito alla probabilità che la leadership potesse essere segnata da diversi problemi, ha dichiarato: “Ce ne sono soprattutto con la base, bisogna tornare tra le persone”.
Pd, è intesa su Epifani. Un’intesa trovata in extremis, ma alla fine il Pd ha scelto il proprio segretario. Sarà Guglielmo Epifani a detenere il timone di un partito la cui stabilità sembra vacillare, a risollevarne le sorti e a condurlo fino al congresso di ottobre. Sull’ex segretario della Cgil è stata trovata un’ampia convergenza”, ma la sua candidatura dovrà ottenere anche il lasciapassare dell’assemblea nazionale del Pd che si riunirà oggi. Un incontro che si prevede movimentato, per la probabile protesta di OccupyPd, e per le ipotesi di probabili contro-candidature, come quella di Renato Soru. Al centro della discussione, ci sarà il governo e i dissensi in merito alla probabilità dell’esecutivo di larghe intese con il Pdl. Epifani ha vinto la corsa con Roberto Speranza, che ha scelto di restare capogruppo alla Camera e ha lavorato perché vi fosse una convergenza sull’ex leader della Cgil. Nulla di fatto invece per Anna Finocchiaro , che ha dovuto pagare lo scotto delle polemiche relative alla vicenda della spesa all’Ikea. Su Piero Fassino che ad un certo punto è sembrato ad un passo dalla leadership, per la difficoltà di coniugare il ruolo di segretario con quello di sindaco di una grande città come Torino. Su Epifani invece non ci sono state grosse difficoltà, soprattutto in per il suo ruolo di mediatore. E si pensa che con molta probabilità non si ricandiderà ad ottobre, quando presumibilmente ci sarà il congresso. Il profilo di Epifani “risulta il piu’ idoneo a condurre il Pd verso la stagione congressuale e nelle nuove e impegnative responsabilita’ che spettano al Partito democratico nella difficile fase politica del Paese”, hanno spiegato coloro che hanno guidato le trattative per la scelta del nuovo segretario. Epifani rappresenta dunque una garanzia per Enrico Letta che oggi sara’ all’assemblea e, salvo cambiamenti di programma dell’ultima ora, interverra’.