Pd, Matteo Renzi e intercettazioni

Il Nuovo Centrodestra vorrebbe stralciare il tema delle intercettazioni dal Disegno di legge sulla giustizia penale, in modo da far viaggiare la materia su una corsia preferenziale. Il Pd, pur essendoci di mezzo il presidente del Consiglio, è determinato a restare sulla linea tracciata dal ministro AndreaOrlando: “La delega sulle intercettazioni resta all’interno del Disegno di legge in discussione alla Camera”. La commissione Giustizia della Camera, proprio oggi, riprende l’esame del provvedimento in questione con l’obiettivo di far arrivare il testo all’esame dell’Aula entro la fine del mese. Maggioranza e opposizione sono consapevoli che il nodo delle intercettazioni avrà un peso in più nel dibattito generale rispetto a quanto ne avesse prima della pubblicazione delle conversazioni fra il premier Matteo Renzi e il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi che tirano in ballo l’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Per questa ragione il Pd non vuole seguire l’Ncd sulla strada della corsia preferenziale. “È del tutto evidente che un politico deve essere consapevole del fatto che ha qualche diritto in meno e qualche responsabilità in più rispetto ai cittadini”, afferma Walter Verini, capogruppo del Pd in Commissione giustizia alla Camera, “e se dalle intercettazioni emergono atteggiamenti e comportamenti in palese contrasto con il mandato parlamentare è giusto che gli elettori sappiamo come stanno le cose”.

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