E’ iniziata ufficialmente la corsa di Matteo Renzi alla segreteria del partito. L’8 dicembre, giorno in cui sarà celebrato anche il congresso del partito, il sindaco di Firenze sarà incoronato nuovo ‘re’ dei Democrat. Non ci dovrebbe essere partita per conquistare la poltrona più importante di largo del Nazareno. Solo l’ex rottamatore ora diventato ‘asfaltatore’ potrà perdere questa partita. Pippo Civati, Gianni Cuperlo e Gianni Pittella sembrano proprio non avere speranza e possono giocare solo per avere un ruolo correntizio nel nuovo organigramma del partito.
Matteo Renzi è il favorito in assoluto nella corsa alla segreteria del partito. Le potenzialità del sindaco di Firenze, che vuole ricandidarsi alla guida della città nonostante fosse elette segretario del partito democratico, si misurano nelle oltre 200 firme raccolte tra i parlamentari del partito a suo sostegno. Ci sono tutti: ex bersaniani o non allineati (Alessia Morani, Alessia Rotta, Vanna Iori), 80 di AreaDem (la corrente di Dario Franceschini), il senatore ex dalemiano Nicola Latorre, i veltroniani Vinicio Peluffo e Walter Verini, i lettiani Francesco Sanna e Francesco Boccia. Rispetto alle primarie di un anno fa Renzi fa il pienone tra i parlamentari, le segreterie regionali al nord (compresa l’Emilia Romagna) e al sud. E la sua popolarità cresce sempre di più nella base del partito. Non mancano critiche alla fascia tricolore di Firenze e ai suoi sostenitori che sono accusati di essere saliti sul carro dei vincitori. Beppe Fioroni, dato in quota Cuperlo, è arrivato a dichiarare che ”il renzismo è il berlusconismo postumo”. Con Renzi c’è anche l’ex dc Franco Marini.
Giani Cuperlo accoglie l’area più propriamente di sinistra del partito. Con lui ci sono molti big della ‘vecchia guardia’: bersaniani, dalemiani e tutti coloro che guardano all’identità di sinistra nuova e moderna. Per Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, ”è ora di sfatare il luogo comune secondo cui chi sta con Renzi sta con l’innovazione e chi sta con Cuperlo con la nostalgia. Non è così, noi non siamo nostalgici, noi crediamo nell’uguaglianza, nel non superamento del conflitto tra lavoro e impresa. E non crediamo nel presidenzialismo”. Cuperlo si dice convinto che il Congresso può riservare delle sorprese a proprio favore:
Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo, ha già vinto i congressi di Circolo in Basilicata, sua regione d’origine, punta sull’identità di sinistra da non scolorire del Pd e sulla collocazione senza ulteriori indugi nel Partito del socialismo europeo (Pse) e nell’ Internazionale socialista.
Pippo Civati si ritaglia lo spazio più a sinistra tra i quattro candidati: guarda con attenzione ai nuovi movimenti, al rapporto con Sel, alle nuove generazioni di militanti piddini che hanno occupato i Circoli quando è fallito l’obiettivo di eleggere Romano Prodi al Quirinale.