Appena è stata depositata è stata immediatamente battezzata norma ‘anti M5S’ ed ha aperto un duro botta e risposta tra Pd e grillini. Sono solo due righe ma potrebbero seriamente rendere difficile la vita ‘politica’ a tutti quei movimenti che non abbiano personalità giuridica. E in primis al Movimento Cinque Stelle. “I partiti politici sono qualificati come associazioni riconosciute dotate di personalità giuridica”. La proposta di legge a firma di Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, e di Lugi Zanda, capogruppo Pd a Palazzo Madama, viene vista dagli ‘eletti’ un attentato alla sopravvivenza del MoVimento. Se prima si parlava di norma ‘ad personam’ ora si potrebbe parlare di norma ‘contra MoVimentum’. Tanto che Beppe Grillo ‘minaccia’ di non presentarsi alle prossime elezioni nel caso in cui la legge fosse approvata. “Il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti Movimento – si legge sul blog di Grillo – di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni. I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà”.
Nel testo presentato dal duo Finocchiaro-Zanza si sottolinea come il ddl voglia dare piena attuazione alla norma prevista all’articolo 49 della Costituzione. Cui si aggiungono altre norme, l’obbligo di depositare lo statuto, primarie e trasparenza economica, per accedere ai rimborsi elettorali. Ma più che una regolazione normativa dei partiti i grillini vedono nel ddl una norma contro il MoVimento di Beppe Grillo. Per il presidente della Commissione Affari Costituzionali, come scritto nella relazione del ddl, “la partecipazione dei cittadini, attraverso i partiti, alla determinazione della politica nazionale deve svolgersi pertanto nell’ambito delle previsioni e con quei limiti che sono previsti dalle leggi dello Stato. Si ritiene quindi che una disciplina pubblica dei partiti politici sia ormai ineludibile”. Per i due esponenti del Pd, stando all’art.49 della Costituzione, naturalmente tutti le associazioni e movimenti possono fare politica ma “il mancato acquisto della personalità giuridica precluderà l’accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle competizioni elettorali”. Parole che sembrano avere come unico destinatario il Movimento 5 Stelle. E la risposta dei grillini alla Finocchiaro non si è fatta attendere. Roberto Fico coglie l’occasione per bocciare il ddl e rilanciare il tema dell’ineleggibilità del Cavaliere. ”Anna Finocchiaro invece di discutere dell’ineleggibilità di Berlusconi – scrive su Fb il deputato campano- magari stabilendo una linea dura e una battaglia senza precedenti nella giunta delle elezioni preferisce presentare un ddl anti-movimenti al fine di attaccare il movimento cinque stelle. Complimenti vivi alla Senatrice della Repubblica!”. E aggiunge. ”M5s le sta preparando con forza il percorso e le motivazioni da presentare in giunta per l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Questi sono i fatti”. Immediata la riposta di Anna Finocchiaro. “La proposta di attuazione dell’art.49 della Costituzione non è, malauguratamente per chi ne scrive e per chi vi trova elemento di polemica, una succulenta notizia che rivelerebbe l’avversione del Pd per il Movimento 5 stelle. Il ddl è infatti presentato nell’identico testo in cui venne depositato nella precedente legislatura, sia alla Camera che al Senato e riguarda tutti i partiti”. ”Era (e resta) – aggiunge il presidente della Commissione- un pezzo di programma del Pd. Si tratta dell’attuazione – ritardata per troppi decenni e sollecitata più volte anche dal Capo dello Stato – di una decisione dei costituenti di particolare rilievo e pienamente coerente con il modello di democrazia parlamentare scelto per il nostro Paese”.
E. Bernardo