La sfida e’ iniziata. Anzi. “La miccia e’ accesa”, per dirla con Pier Luigi Bersani che insieme con Nichi Vendola e Riccardo Nencini ha annunciato questa mattina la Carta di intenti con i dieci punti programmatici della coalizione di centrosinistra. E le regole, non ancora definite nel dettaglio, per le primarie del 25 novembre. Nessun accenno a Mario Monti nel Manifesto ‘Italia bene comune’, con grande delusione dei montiani, ma sull’agenda europea vengono ribaditi tutti gli impegni internazionali.
E i progressisti non chiudono al centro, anzi. Sono pronti a “cercare un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale”. Interventi brevi, poco e scelto pubblico nella sala Fellini a pochi passi da via del Babuino a Roma. Per i maligni e’ stata una cerimonia un po’ sottotono per essere il lancio della coalizione che aspira a guidare l’Italia nel 2013. “Positiva la sobrieta’”, ha invece scritto su Twitter Stefano Di Traglia, portavoce del segretario Pd. Anche perche’ da domani, in attesa delle primarie, ciascuno corre un po’ per se’ con l’obbiettivo, comune, di arrivare al governo. E di restarci. “Governare non e’ facile per nessuno e non possiamo deludere il Paese”, ha ammonito il segretario del Pd parlando dal palco. Da qui le regole che obbligano tutti i partiti a sostenere per tutta la legislatura chi vincera’ le primarie e a sottostare alle decisioni prese a maggioranza. “Ci siamo presi degli impegni reciproci e vincoli di organizzazione”, ha assicurato Bersani. La coalizione dovra’ confrontarsi con il Paese. “Un uomo solo al comando, la politica solo al comando non sarebbero in grado di affrontare i problemi, bisogna capire cosa pensa la gente”, ha avvertito. E la societa’ civile “ci porti acqua buona per cacciare il marciume”. Si comincia con le primarie. “Sono la piu’ bella e ampia cosa che la politica possa offrire in Italia e noi ne siamo orgogliosi”, ha scandito Bersani. E lo ha detto anche a Pier Ferdinando Casini che ha bacchettato la coalizione per “l’ipoteca di Vendola” sulle primarie e la decisione di superare l’agenda Monti. “Casini non si preoccupi, che oggi e’ una bella giornata non solo per noi, e’ bella per l’Italia”, ha chiarito. Ben piu’ duro Vendola. “Casini si deve rassegnare, l’Italia che vogliamo non e’ il Paese dei gattopardi, vogliamo cambiare prima di tutto la politica”, ha assicurato. La Carta d’intenti “va oltre Monti” ed e’ “alternativa ai pensieri conservatori di Casini”, ha assicurato, “il rigore cui io mi ispiro e’ quello dell’uguaglianza e della solidarieta’”. Guarda avanti anche Nencini. “Il programma che abbiamo sottoscritto oggi e’ un portolano dal quale troveremo ispirazione per governare nei prossimi anni. Siamo stanchi delle urla. Noi lavoriamo per l’Italia responsabile”, ha assicurato il leader del Psi che ha donato a Bersani una pala, ricordo dell’alluvione del 1966 quando il segretario del Pd corse a Firenze a spalare insieme agli altri ‘angeli del fango’. Da qui la nuova ‘Agenda’, dal lavoro all’Europa, dai diritti all’istruzione. Dentro c’e’ il taglio delle tasse sul lavoro compensata dalla patrimoniale sui redditi alti, c’e’ il riconoscimento delle unioni omosessuali, c’e’ la lealta’ agli impegni internazionali. E c’e’ soprattutto un impegno: “Sconfiggere l’ideologia della fine della politica e delle virtu’ prodigiose di un uomo solo al comando”. Contenuti dunque, e non contenitori, come tengono a sottolineare al Pd. Da qui l’esigenza di “sobrieta’” nella cerimonia di oggi. Non e’ ora il momento di esultare o di fasti, hanno spiegato a largo del Nazareno, bisogna concentrarsi sul lavoro da fare. Bersani, assicurano, e’ soddisfatto di come e’ andata. Anche per il recuperato rapporto con i socialisti, dopo gli anni della ‘vocazione maggioritaria’. Per i democratici nella carta quello che doveva esserci c’e’; manca il nome Monti ma cosi’ deve essere perche’ si guarda al futuro. Niente penati, dunque, piu’ o meno ingombranti. E poi gli impegni, si spiega al Pd, sono coerenti sia sull’Europa, sia sui vincoli internazionali. Poi c’e’ il percorso piu’ largo della coalizione aperta al centro e anche questo, seppure in termini piu’ sfumati di quanto era scritto nella bozza Pd, c’e’. Del resto, quei dieci punti sono un canovaccio. Spettera’ al candidato premier scrivere i dettagli, pur nei vincoli della Carta. E questo vale anche se candidato sara’ Matteo Renzi.
Fonte Agi