Pd sul condono: la Schlein prima lo boccia, poi lo utilizza

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, va all’attacco, commentando l’articolo di Franco Bechis pubblicato su Open. “Siamo abituati ad avere a che fare con gli esponenti di un partito che da sempre predica bene e razzola male; chiede il rispetto di regole che puntualmente viola ed è avvezzo all’uso della doppia morale: quella che vale per i propri adepti- che in quanto illuminati tutto possono- e quella che può essere applicata come metro di giudizio per tutti gli altri ‘comuni mortali’. Questa vicenda è emblematica dell’essenza stessa di un partito privo di qualsivoglia forma di coerenza e dignità. Evasori o criminali, che ne dice il Partito democratico?”.

Parliamo delle sanatoria contro la quale il Pd si era scagliato contro il Governo Meloni. Ebbene, dopo tanta furia polemica sulla cosiddetta “rottamazione quater” delle cartelle esattoriali introdotta nella prima legge di Bilancio dell’esecutivo  si scopre che tra i beneficiari della “misura scellerata” figura fra gli altri  il Partito democratico.  Non solo, visto che i dem avrebbero addirittura chiesto – e poi ottenuto – all’Agenzia delle Entrate di aderire alla sanatoria risparmiando le sanzioni previste. In questo modo, si sono fatti ammettere alla rateizzazione dei contributi per il personale che il partito non aveva versato agli istituti di previdenza, Inps e Inpgi prima di tutto. Lo scoop è del sito di notizie Open.

“La sorprendente notizia emerge dalla nota integrativa al bilancio 2023 del Partito democratico- si legge – . Dove l’estensore si prende ben guardia dal definire «condono» quel provvedimento della legge di Bilancio della Meloni. Ma lo  spiega a modo suo: «il Partito, nell’anno 2023, ha ricevuto l’accoglimento della domanda presentata per l’adesione alla Definizione agevolata, prevista della Legge n. 197/2022. Conseguentemente, con riferimento ai Debiti verso Istituti di Previdenza, procederà a versare entro il 30/11/2027 le minori somme dovute».

‘Ho lasciato l’abuso di lettere maiuscole perché così sono scritte nel bilancio del Pd, a mostrare grande reverenza non solo verso se stessi, ma anche verso quel provvedimento di legge che tanto indignava gli eletti del partito’, scrive Franco Bechis, autore dell’articolo su Open.

Una piccola carrellata per dare l’idea della doppia morale Giuseppe Provenzano del Pd era brusco:  “Regala un miliardo per il condono, un passo indietro rispetto alla lotta all’evasione”.  L’ex governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ci mette il carico: “Ecco il condono, che con la destra non può mai mancare, come un marchio di fabbrica”.   Antonio Misiani censurò quel «condono che è uno schiaffo a chi è in regola». Chiara Gribaudo e Debora Serracchiani si scaraventarono contro il provvedimento contenuto nella prima legge di Bilancio del Governo Meloni. E ora la scoperta. Dopo tanta  indignazione trovare il Pd nella lista dei beneficiari di quel condono che avrebbe dovuto «favorire gli evasori e aiutare i criminali».

Ma questa non è la sola ‘furbata’ della segretaria Pd, Elly Schlein che fa la scaltra  su condoni e licenziamenti. Nel 2022, il Pd attaccava il governo Meloni, come detto,  sulla rottamazione quater, salvo poi aderire alla misura, varata dal centrodestra, per spalmare i debiti accumulati dal partito con il Fisco, risparmiando sanzioni e interessi. E ancora. Quando la  Schlein si auto-proclama paladina dei diritti dei lavoratori dimentica però che il tesoriere,  scelto da lei,  Michele Fina del Pd vara un piano per incentivare l’uscita dal lavoro dei dipendenti in organico al Nazareno. La classica furbata che svela il doppio volto del Pd. «Prendiamo atto che per la sinistra i cittadini bisognosi sono evasori e criminali, mentre in casa Pd si può tranquillamente usare la stessa misura che tanto hanno criticato»  commenta la premier.

Dal bilancio 2023 emerge anche un’altra furbata del Pd: il ricorso agli scivoli per favorire il licenziamento dei dipendenti. Una misura che farebbe uscire fuori di testa Landini. Al 31 dicembre 2023 erano ancora 110 lavoratori subordinati e 7 collaboratori. Come scrive Open «per il 2024 è stata accantonata in bilancio una cifra quasi doppia (410.065 euro) per l’incentivazione all’esodo di altri dipendenti». Il partito del lavoro che mette alla porta i lavoratori. Eppure i conti sorridono a Schlein: il due per mille maturato dal partito nell’anno 2023 è stato pari a 8.118.192.

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