Alla Camera il deputato Fdi Giovanni Donzelli ha svelato che quella di Cospito è in realtà una strategia finalizzata ad eliminare il regime del carcere duro concordata con boss della mafia e della camorra. In più, ha fatto i nomi dei deputati dem volati fino al carcere di Sassari per incontrare l’anarco-terrorista, chiedendo loro: state con lui o con lo Stato?
Dal Pd ad Azione fino ai Verdi, è coro unanime delle opposizioni per chiedere le dimissioni dell’onorevole FdI Giovanni Donzelli dopo le parole pronunciate alla Camera contro il Pd in merito al caso Cospito. E con lui, nel mirino finisce anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che ha ammesso di aver informato il vicepresidente del Copasir sulle intercettazioni tra l’anarchico e alcuni boss, intercettazioni poi utilizzate in Aula da Donzelli per attaccare i dem. “Tutto lecito”, secondo il sottosegretario, ma non per i dem che ora chiedono chiarezza al ministro Nordio.
“Abbiamo avuto conferma che l’on. Donzelli non ha avuto accesso agli atti presso il Ministero come aveva goffamente provato a giustificarsi in aula. La rivelazione deriva, per sua stessa ammissione, dall’onorevole Delmastro Delle Vedove, che, in qualità di sottosegretario alla Giustizia con delega al Dap , ha accesso a informative coperte da segreto. Ne ha svelato il contenuto perché il collega Donzelli potesse usarle strumentalizzandole contro il Pd”, le parole di Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera. “Dunque – sottolinea quindi la dem -, non c’è più solo un problema Donzelli che non può restare secondo in più in un ruolo delicato come il Copasir (la sicurezza degli italiani è in pericolo se il vice presidente del Copasir è un divulgatore di notizie riservate e facendolo non si rende nemmeno conto di avere commesso un illecito). C’è anche un caso Delmastro Delle Vedove che non può restare un secondo di più al Ministero. La presenza di un soggetto che rivela le informazioni più riservate e delicatissime per la lotta alla mafia e al terrorismo non può rimanere un secondo in più a via Arenula”. “Se però la presidente Meloni non interviene allora c’è un caso Meloni perché, visti i rapporti che ha con i due, se non li invita alle dimissioni, siamo autorizzati a pensare che abbia approvato o tollerato il piano e la strategia dei due esponenti di Fratelli d’Italia”, conclude.
L’anarchico Pasquale Valitutti dalle colonne dell’Huffington Post ha promesso che «se Cospito muore gli anarchici faranno giustizia, spareranno addosso agli assassini», e la sinistra continua a tacere sul caso. Non una parola di condanna è giunta da quelle parti, sebbene sia stata richiesta esplicitamente. Anche a beneficio della chiarezza, perché – mentre fanno ammuina chiedendo la testa del deputato Giovanni Donzelli, “reo” di aver raccontato le trame di Cospito ed esponenti della mafia per tentare di affossare l’istituto del 41 bis – Pd e compagni ancora non ha risposto alla domanda posta proprio da Donzelli e, in fin dei conti, alla base della loro grande agitazione di queste ore: “State con la mafia e i terroristi o con lo Stato?”.
Morale della favola: Cospito sta ricattando lo Stato, che non vi si può piegare senza perdere la faccia. Il governo sta facendo la propria parte, dosando rigore e umanità. Chi invece non la sta facendo è il Pd, i cui esponenti si sono rivelati quanto meno oscillanti. La domanda di Donzelli e l’intimazione di Travaglio restano perciò drammaticamente in piedi: state con Cospito o con lo Stato?