A poche ore dalla direzione, mentre proseguono i contatti tra i ‘big’ del partito e le riunioni di corrente, la conta sembra l’ipotesi più probabile. Per i ‘non renziani’ il punto irrinunciabile è un voto di fiducia al reggente Maurizio Martina: su questo sono pronti a contarsi. L’ala dura della minoranza vorrebbe un documento che confermi la fiducia al reggente fino al congresso, ipotesi a cui i renziani sono contrari perché ormai puntano all’elezione di un nuovo segretario in assemblea. Su questo si continua a trattare.
‘Chiederemo il voto su un documento che affermi il No a Salvini e No a Di Maio. Voteremo sicuramente tutti anche la fiducia a Maurizio Martina fino all’assemblea’, che dovrà essere convocata per decidere se eleggere un segretario o indire il congresso. È la linea affermata da fonti renziane qualificate, a ridosso della direzione. Se si andrà alla conta sul documento che dice no alle ipotesi di governo con M5S o Lega, i renziani sono convinti di avere già i numeri: 120 membri della direzione a favore, contro 80. Secondo fonti ‘governiste’, invece, il fronte che sostiene Martina avrebbe 96 voti contro i 112 dei renziani: al netto delle assenze, sostengono, i numeri sarebbero sul filo e perciò una parte della minoranza contesta il voto dei venti membri della segreteria renziana, perché in grado di condizionare il risultato.
‘Non credo ci sia questo punto all’odg, Martina non è in discussione, gode della fiducia di tutto il partito’, sottolinea anche Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria nazionale del Pd, risponde a chi, a Radio Radicale, gli domanda se ci sarà oggi in direzione un voto pro o contro il segretario reggente Maurizio Martina.
‘Andrò certo. Ma credo che le distanze non siano così incolmabili. Nessuno mette in discussione il lavoro e il ruolo di Martina. Pochissimi per fortuna vogliono il sostegno del Pd a un Governo Di Maio. Difficile sostenere che Renzi non abbia diritto a dire la sua. Sdrammatizzare’, è l’invito del ministro Carlo Calenda che ha risposto su twitter ad un suo follower che gli chiedeva una sua presenza in direzione per proteggere il partito dalla distruzione.
I numeri in direzione si sono completamente riequilibrati e non sono più così schiaccianti a favore di Renzi, nonostante 40 tra i componenti, inclusi i Millennials, siano stati nominati direttamente dall’ex segretario. Anche alla luce di questi numeri, l’intenzione è dunque andare fino in fondo sul ruolo di Martina: se ci fosse una spaccatura nel Pd sul ruolo del reggente in un momento cruciale della legislatura, la responsabilità, notano da Area Dem, sarebbe di Matteo Renzi.