Pechino scompare nello smog

Milioni di cinesi, sono rabbiosi e preoccupati per lo smog che da giorni ricopre Pechino. La loro ansia per la salute, è arrivata anche sul web. Mentre vanno a ruba le mascherine anti-smog, con le quali i residenti della capitale cinese tentano di proteggersi dall’inquinamento, i dati dell’ambasciata Usa (che monitora costantemente l’aria) segnalano una situazione “molto malsana”.
Il principale aeroporto di Pechino, il secondo più trafficato al mondo, tra domenica e lunedì ha dovuto cancellare centinaia di voli a causa della scarsa visibilità. E gli utenti del microblogging Sina, uno dei più popolari in Cina, si sono riversati sul web per esprimere la loro frustrazione: 4,4 milioni i commenti postati sull’inquinamento. Secondo il Global Times, un rivenditore di mascherine on line ha detto di averne vendute 100 unità, con tanto di filtri per l’aria annessi, tutti a un singolo cliente. Taobao.com, il più grande rivenditore on line della Cina, ha venduto 30mila mascherine nella sola giornata di domenica, quando l’ambasciata Usa definiva l’aria di Pechino come “pericolosa”. La missione statunitense a Pechino conduce in proprio le misure della qualità dell’aria, misurando le particelle sottili che -secondo gli esperti- costituiscono la gran parte dell’inquinamento a Pechino. Le cifre ufficiali del governo si basano sulle particelle più grandi e spesso danno una valutazione meno grave dell’aria, sollevando il sospetto che le autorità minimizzino la gravità della situazione. “Ci sono sempre enormi differenze tra i dati e le misurazioni meteo pubbliche e quello che sente la gente”, ha scritto un utente di Sina, dal nome di “Xuxuaimingxuan”. “A volte ho il sospetto che quel che respiriamo non sia l’aria, ma la politica”.

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