“Posso dire questo: nel Pdl molti stanno riflettendo. Sulle scelte future come sul momento di difficoltà che stiamo attraversando”. Dopo aver rotto il tabù parlando di un nuovo governo di larghe intese “anche senza Berlusconi” nel corso della trasmissione di Radio24 ‘La zanzara’, Gaetano Pecorella torna a parlare delle inquietudini nella maggioranza. Lo fa con un’intervista che sarà pubblicata domani su ‘Liberal’ e in cui traccia un bilancio molto negativo della legislatura. “Sulla giustizia non si è fatto nulla -afferma Pecorella- E in generale, molti si aspettavano una legislatura più intensa. Adesso che se ne vede la fine, il senso di frustrazione aumenta. C’è la sensazione di una politica avvitata su stessa. Che non riesce a condurre il Paese ma diventa luogo di consunzione. Serve un’immediata modifica della legge elettorale. Il testimone va riconsegnato al Paese. Nel senso che dev’essere di nuovo possibile scegliere i parlamentari”. Pecorella si sofferma anche sui processi di Berlusconi, spiega che la tempesta giudiziaria “gli ha provocato tensioni e stanchezza. La necessità di difendersi lo ha svuotato della forza necessaria per fare le riforme. Se sei nel mirino dei magistrati le riforme non le fai”. Lo storico legale del premier giudica sbagliata anche la strategia difensiva di Berlusconi: “Il conflitto a 360 gradi con la magistratura non solo non ha pagato, ma ha anche avvicinato i magistrati moderati ai colleghi più estremisti, magari effettivamente sbilanciati a sinistra. E’ stato un errore bloccare i processi anziché affrontarli, rimanere in contrasto permanente con i magistrati anziché cercare soluzioni concordate. Alla fine la magistratura, essendo più forte, te la fa pagare”. Si dice inoltre assai pessimista sulla capacità del partito berlusconiano di sopravvivere quando uscirà di scena il Cavaliere perchè “nel futuro non vedo il Pdl che continua ad esserci in quanto tale. Vedo un riassetto con una destra, una sinistra e un centro, tutto ridefinito da un grande rimaneggiamento. Il Pdl è Berlusconi. Punto”. Difficile anche che permanga un sistema bipartitico, “d’altronde noi siamo costitutivamente incompatibili con il bipolarismo”. Meglio una nuova legge elettorale, conclude Pecorella, che preveda il “ritorno ai collegi” o anche “al proporzionale”. Solo così “si ridefiniscono le alleanze e si esce da questa perenne instabilità”
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