E’ sicuro di sé e delle sue azioni Filippo Penati che, intervistato dai giornalisti in merito al rinvio a giudizio a suo carico, disposto dalla Procura di Monza, ha risposto: “Io sono qui”.
E riguardo all’ipotesi vagliata dal Pd, che potrebbe compiere un passo indietro in caso di rinvio a giudizio, ha risposto: “Ho chiesto io di andare a processo immediato, è un atto che mi è dovuto. Per me non ci sarà udienza preliminare, si va dritti al processo”.
“Io sono da tanto tempo in politica per non sapere che di fronte a vicende come queste si innesca una fase di polemica politica fra i partiti e dentro i partiti – ha aggiunto Penati -. La capisco e non l’ho sottovalutata: mi sono già dimesso da vicepresidente del Consiglio e dagli incarichi nel Pd”. “Però – ha concluso l’ex sindaco di Sesto San Giovanni – c’é una questione di sostanza: tutta questa polemica non può coprire il fatto che c’é urgenza di sapere se la accuse sono vere”.
“Sono una persona perbene, non ho conti all’estero e non mi sono arricchito con la politica: altri fuggono, io voglio il processo rapidamente” continua Penati. “Sono certo che se ci sarà il processo sarò completamente scagionato – ha aggiunto a margine della seduta odierna del Pirellone -. Quindi voglio il processo, credo sia giusto anche per i cittadini, che hanno il diritto come me di sapere la verità dopo 28 mesi di indagini”.
Per Penati, “tutte le accuse sono false, anche per questo ha ribadito di volersi difendere nel processo, spiegando anche la sua strategia: “Di solito il processo immediato lo chiede il pm perché ha la prova della cosiddetta pistola fumante ed è quasi certo di far condannare gli imputati. Io chiedo, a mia volta, il rito immediato perché anche io ho la prova fumante che sono assolutamente estraneo a tutto”.