Lo sport del 2015 ripone le sue figurine nel baule dei ricordi, tra i sorrisi di chi ha vinto e le smorfie di chi ha dovuto cedere il passo. Indimenticabile Flavia Pennetta, che ha trionfato agli Us Open, battendo Roberta Vinci in un inedito derby azzurro per il torneo più importante del mondo, concluso con l’abbraccio fra le due, che sono pure amiche, in diretta tv mondiale. Pollice alto per il nuotatore Gregorio Paltrinieri, che ha polverizzato il record del mondo sui 1500 e ha fatto suo l’oro ai mondiali in vasca corta, bel biglietto da visita in chiave olimpica. Non ha vinto, ma è come se l’avesse fatto, Valentino Rossi. A 36 anni combattivo come sempre e mai domo. Il suo compagno in Yamaha Jorge Lorenzo gli ha scippato il titolo della Motogp, con qualche aiutino di Marc Marquez. Nemmeno Sebastian Vetell ha vinto il titolo in F1, ma ha fatto suoi 3 gp nel suo primo anno in Ferrari, e ha anche imparato l’italiano. Malissimo invece Fernando Alonso, relegato al ruolo di comprimario minore, l’ombra del guerriero che fu. Pollice verso per Michel Platini. Il capo dell’Uefa s’è giocato carriera e presidenza Fifa per una contorta vicenda di soldi, nelatinilla quale forse non ha tutte le colpe. Con lui, chiude in malo modo anno e carriera anche il boss della federcalcio mondiale, quel Joseph Blatter travolto da scandali e accuse di corruzione. Anno da cancellare per Mario Balottelli, ormai l’ ombra di se stesso, tornato al Milan con scarsi esiti, dopo una modesta parentesi britannica. Annus horribilis pure per Valentina Vezzali, regina della scherma azzurra, che non è riuscita a staccare il biglietto per Rio: peggio di una sconfitta per un’atleta abituata solo a vincere. Il 2015 è anche l’anno dei dejavu: Usain BOLT ai mondiali di atletica si conferma l’uomo più veloce del mondo; Lewis Hamilton e la Mercedes dominano in F1; la Juve vince il 4/o scudetto di fila, e Coppa Italia e Supercoppa, è finalista Champions, ed è sempre fra le prime, niente di nuovo. In replica anche la gioia di Lio Messi col suo Barcellona sul trono d’Europa. Sorride anche il tecnico catalano, quel Luis Enrique che alla Roma durò poco fra lazzi e dubbi, e al Barça ha vinto il triplete al primo tentativo. 2015 da favola per Claudio Ranieri, in cima alla Premier col suo modesto Leicester diventato una macchina da gol. Pollice verso per Rafa Benitez, che ha lasciato (male) il Napoli per correre al Real, e ora rischia grosso. Come Jose Mourinho che da mesi assapora il gusto amaro della sconfitta col suo irriconoscibile Chelsea. Idem Rudi Garcia, che non ha vinto niente con la Roma, e chiude l’anno con la panchina in bilico. Anno di gloria per gli All Blacks neozelandesi: vincono il mondiale di rugby per la seconda volta di fila, e il pensiero va al leggendario Jonah Lomu, morto da poco. Epica la Nazionale Cilena di calcio, che mette sotto Brasile e Argentina, e trionfa in Copa America. Anno nero invece per la Nazionale di atletica russa, squalificata per doping. 2015 amaro per Vladimir Klitschko, il gigantesco pugile ucraino, da anni dominatore incontrastato e imbattuto nei massimi, sconfitto in modo inatteso da Tyson Fury, istrionico carneade britannico. Da domani comincia la caccia alle nuove figurine del 2016.
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