Inps riavvia i controlli sulle pensioni all’estero. Le verifiche dell’istituto mirano ad accertare l’esistenza in vita dei pensionati che risiedono in altri Paesi come Portogallo, Grecia, Spagna, Tunisia e Oceania. L’obiettivo è evitare versamenti anche dopo la morte del beneficiario del trattamento previdenziali.
L’Inps paga pensioni all’estero in circa 165 Paesi. A gennaio 2022 le pensioni pagate all’estero sono state oltre 317 mila, per un importo complessivo di oltre 1,4 miliardi di euro. Le pensioni pagate all’estero rappresentano il 2,4% del totale delle pensioni erogate dall’istituto e sono per la maggior parte erogate in Europa (56% del totale).
A partire dal 20 settembre 2023, spiega l’Inps, Citibank ha iniziato a spedire le richieste di attestazione dell’esistenza in vita nei confronti dei pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, da restituire alla banca entro il 18 gennaio 2024. Qualora l’attestazione non sia prodotta, il pagamento della rata di febbraio 2024, laddove possibile, avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza e, in caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 febbraio 2024, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di marzo 2024.
La banca avvierà la verifica dell’esistenza in vita con la spedizione della lettera esplicativa e del modulo standard di attestazione. La modulistica per attestare l’esistenza in vita sarà inviata al pensionato ed è stata redatta sia in lingua italiana sia, a seconda del Paese di destinazione, in inglese, francese, tedesco, spagnolo o portoghese. La procedura non riguarderà alcuni gruppi di pensionati quali, ad esempio, quelli che risiedono in Paesi in cui operano istituzioni con le quali l’Inps ha stipulato accordi di collaborazione per lo scambio telematico di informazioni sul decesso dei pensionati comuni.
Fonte: Cds