Una pensione di garanzia per i giovani precari. E’ questa l’ipotesi attualmente sul tavolo del governo che garantirebbe un assegno minimo pensionistico ai nati dopo gli anni ’80. Dopo l’introduzione dell’anticipo pensionistico (Ape), che consente ad alcune categorie di lavoratori di andare in pensione 3 anni e 7 mesi prima della scadenza, si apre quindi la fase due del capitolo previdenza dedicata alle future pensioni delle giovani generazioni, penalizzate da crisi economica e carriere discontinue.
L’argomento sarà oggetto di discussione del prossimo incontro tra governo e sindacati previsto per il 4 luglio. Al tavolo si discuterà anche dell’ipotesi di aumento dell’età pensionabile, un’eventualità fortemente contestata dai sindacati. In base alla legge Fornero, con l’allungamento dell’aspettativa di vita, scatterebbe in automatico il rialzo dell’età del ritiro dal lavoro dai 66 anni e 7 mesi a 67 anni. Da qui l’ipotesi di varare un decreto correttivo che annulli l’automatismo o, comunque, di trovare delle soluzioni tecniche che lo neutralizzino.
Il governo starebbe, inoltre, considerando la possibilità di un taglio del cuneo fiscale selettivo per i giovani su scala nazionale. L’operazione, che potrebbe essere inserita nella Legge di Bilancio in autunno, comporterebbe un taglio contributivo in busta paga per favorire l’occupazione.