La pensione di reversibilità, o pensione ai superstiti, è una prestazione che viene riconosciuta ad alcuni familiari del lavoratore o del pensionato deceduto iscritto presso una delle gestioni dell’INPS: in particolare, la prestazione si chiama pensione di reversibilità se l’assicurato era già pensionato al momento del decesso, e pensione indiretta se l’assicurato lavorava ancora.
La pensione ai superstiti spetta al coniuge (se divorziato, per il diritto al trattamento deve essere beneficiario di un assegno divorzile), ai figli (sino a 26 anni se studenti universitari, sino a 21 anni, se studenti delle superiori, altrimenti sino alla maggiore età, o senza limiti di età se inabili) e, in mancanza, ai genitori over 65 senza pensione o ai fratelli ed alle sorelle inabili.
Perché possa essere riconosciuta la reversibilità ai familiari diversi dal coniuge, è necessaria anche la vivenza a carico del defunto: la vivenza a carico è presunta per i figli minori, mentre deve essere provata per gli altri familiari.
I limiti di reddito variano ogni anno, perché si basano sull’ammontare del trattamento minimo di pensione: nel 2019, l’integrazione al trattamento minimo è pari a 513,01 euro mensili.
La pensione ai superstiti viene ridotta se il beneficiario possiede anche altri redditi. La decurtazione della pensione di reversibilità, in tali casi, può variare dal 25% al 50%.
L’importo della pensione di reversibilità, che decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello del decesso del lavoratore ovvero del pensionato, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda, corrisponde a una percentuale della pensione che era in pagamento al pensionato deceduto o che sarebbe dovuta essere liquidata. Le percentuali da applicare variano in base ai familiari aventi diritto:
60%, solo coniuge;
70%, solo un figlio;
80%, coniuge e un figlio ovvero due figli senza coniuge;
100% coniuge e due o più figli ovvero tre o più figli;
15% per ogni altro familiare, avente diritto, diverso dal coniuge, figli e nipoti.
Qualora abbiano diritto a pensione i figli, ovvero i genitori o i fratelli o sorelle, le aliquote di reversibilità sono le seguenti:
un figlio: 70%;
due figli: 80%;
tre o più figli: 100%;
un genitore: 15%;
due genitori: 30%;
un fratello o sorella: 15%;
due fratelli o sorelle: 30%;
tre fratelli o sorelle: 45%;
quattro fratelli o sorelle: 60%;
cinque fratelli o sorelle: 75%;
sei fratelli o sorelle: 90%;
sette fratelli o sorelle: 100%.
Per richiedere la pensione di reversibilità 2019, occorre presentare domanda telematica all’Inps, previo possesso di Pindispositivo o di credenziali SPiD, oppure, in alternativa, è possibile recarsi presso un Caf o Patronato.
La domanda deve essere redatta su apposito modello, ossia “pensione reversibilità S01” a cui vanno allegati:
- l’autocertificazione del certificato di morte, certificato di matrimonio e dichiarazione sostituiva stato di famiglia alla data del decesso;
- dichiarazione di non avvenuta pronuncia di sentenza di separazione con addebito e di non avvenuto nuovo matrimonio;
- dichiarazione sul diritto alle detrazioni d’imposta;
- dichiarazione del reddito;
- modalità di pagamento bonifico bancario p assegno se l’importo è minore dei 500 euro.