Con la Circolare n° 9 del 20 gennaio 2022, l’INPS ha reso note le nuove quote di maggiorazione di pensione per l’anno 2022
Pensioni più alte, ma non per tutti: l’INPS, con la circolare n° 9 del 20 gennaio 2020, ha reso note le nuove quote di maggiorazione per l’anno 2022. Le nuove indicazioni, però, trovano applicazione nei confronti dei pensionati delle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi (cui continua ad applicarsi la normativa delle quote di maggiorazione di pensione).
Pensioni, coma cambiano gli importi nel 2022
Per i pensionati iscritti alle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi, gli assegni pensionistici nel 2022 incrementeranno per un importo pari a 10,21 euro mensili spettanti ai pensionati delle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi e ai piccoli coltivatori diretti per il coniuge e i figli ed equiparati. Si tratta di un aumento pari a 122,52 euro annui, tredicesima e quattordicesima mensilità escluse (qui vi spieghiamo come si calcolano e quando vengono accreditati).
Ai fini delle quote di maggiorazione delle pensioni da lavoro autonomo, i limiti di reddito familiare da considerare sono rivalutati ogni anno in ragione del tasso d’inflazione programmato con arrotondamento ai centesimi di euro.
Secondo le precisazioni fornite dai competenti Ministeri, la misura del tasso d’inflazione programmato per il 2021 è stata pari allo 0,5% e le procedure di calcolo delle pensioni sono aggiornate in conformità ai nuovi limiti di reddito.
Va ricordato, a tal proposito, che la pensione dei lavoratori autonomi è determinata secondo le regole del sistema contributivo e i requisiti di accesso sono:
66 anni e 20 anni di contribuzione per la pensione di vecchiaia (qui maggiori dettagli sul calcolo);
63 anni e 20 anni di contribuzione (a condizione che l’ammontare mensile della 1^ rata di pensione risulti non inferiore ad 1,5 volte l’assegno sociale – per l’anno 2016 pari ad 672,08 euro);
40 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica, per la pensione anticipata (qui le regole valide nel 2022).
Pensioni 2022: come funziona la perequazione per la Gestione speciale Inps
In applicazione delle vigenti norme per la perequazione automatica delle pensioni, l’INPS ha specificato che il trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti risulta fissato dal 1° gennaio 2022 e per l’intero anno nell’importo mensile di523,83 euro (cfr. la circolare n. 197 del 23 dicembre 2021).
Per perequazione delle pensioni si intende la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita. Ha l’obiettivo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni, mettendole al riparo, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione.
Si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive. Si applica alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
L’applicazione della perequazione avviene al primo gennaio di ogni anno, l’adeguamento avviene sulla base degli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat.
Il decreto ministeriale del 17 novembre 2021 ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è pari a 1,7% dal 1° gennaio 2022.
I trattamenti pensionistici non saranno aumentati tutti allo stesso modo. La rivalutazione dipenderà dalle fasce di reddito:
100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
Il trattamento minimo di riferimento in pagamento dal primo gennaio 2022 è pari a 523,83 euro.