Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, propone di intervenire con un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte calcolate con il vecchio metodo retributivo, cosa che non incontra i favori dei sindacati, delle associazioni di manager, di una parte del Pd, di Ncd e di Forza Italia. Matteo Renzi lo ha aprioristicamente bocciato notando forti similitudini con il piano Cottarelli, già respinto in precedenza. Era stato previsto da Cottarelli un contributo temporaneo sulle pensioni più elevate, esentando comunque l’85 per cento dei pensionati. Poletti, diversamente suggerisce che chi riceve una pensione alta dovrà stornare un contributo di solidarietà se il suo assegno è superiore ad i contributi versati. In pratica un bonus pensionistico usato per redistribuire le risorse, che è il perno del pacchetto di previdenza che Poletti vorrebbe portare all’interno della prossima legge di Stabilità che sarà approvata entro il 15 ottobre. Uno strumento di equità generazionale, visto che la riforma Dini del 1996 ha spaccato in due il mondo dei pensionandi: i più anziani con il retributivo, i più giovani con contributo meno favorevole. Poletti ha comunque messo in gioco la sua popolarità dicendo che per recuperare un gettito favorevole bisognerà abbassare l’asticella del livello di redditi dai quali chiedere il contributo. Resterà sereno solo chi non supera i 2000 euro netti mensili.
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