La valutazione della Cgil sulle pensioni dipenderà dalla risposta ‘su giovani e donne’ visto che si tratta di una misura, in particolare quella sui giovani, che oggi non costa, che costa tra 15 anni. A dirlo il segretario della Cgil Susanna Camusso, ospite di ‘1/2 Ora in più’, in vista del nuovo roud con il governo, che si terrà domani.
Qualche mese fa al tavolo al ministero del lavoro, ha ricordato, il governo fece una proposta sui giovani che è scomparsa nel nulla. Non si tratta quindi di una richiesta irrealistica ma di una scelta politica, visto che una misura sui giovani oggi non costa, costa tra 15 anni.
La leader Cgil ha anche respinto l’accusa che se facciamo o no l’accordo sulle pensioni ne dipendono i destini della sinistra o del partito di maggioranza di governo. E’ il partito di maggioranza di governo deve porsi il problema del rapporto coi temi del lavoro, con i giovani. E’ questo che continuiamo a dire al presidente del Consiglio ed è lui che si nega la prospettiva non noi.
Il sindacato di Corso d’Italia all’ultimo incontro di sabato mattina aveva definito ‘insufficienti’ le risposte dell’esecutivo, nonostante la proposta di estendere l’esenzione per i lavori gravosi anche per le pensioni di anzianità e di costituire un fondo per prorogare l’Ape social (l’anticipo pensionistico a carico dello Stato), oltre a rivedere il meccanismo dell’adeguamento all’aspettativa divita prevedendo che lo scatto non possa essere superiore a 3 mesi per volta, a partire dal prossimo aumento nel 2021.
Più prudente la Uil, che ha rilanciato chiedendo altri approfondimenti e un nuovo incontro che si terrà, come detto, domani. E’ ancora possibile ottenere qualcosa, ha ribadito il segretario generale, Carmelo Barbagallo, mentre la Cisl si è fin da subito schierata per il sì all’accordo.