Pensioni e governo

‘L’intenzione del Governo, dichiarata dal sottosegretario Nannicini, di non rinnovare il bonus delle assunzioni per sostituirlo con un taglio strutturale al cuneo contributivo, è una buona notizia. L’effetto ‘doping’ degli incentivi al Jobs Act era sicuramente un punto debole della riforma e lo abbiamo ripetutamente evidenziato’,  dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. Se l’idea  è quella di diminuire i contributi previdenziali, deve essere chiaro che essi dovranno essere fiscalizzati: sarebbe paradossale diminuire il 33% devoluto per la pensione senza che questo sia compensato con la fiscalità generale. Altrimenti la futura pensione dei giovani neo assunti, già sacrificata dal lavoro discontinuo e precario, sarebbe ulteriormente decurtata dalla contribuzione più bassa. In questo modo verrebbe rafforzata la previsione di una generazione di ‘pensionati-poveri’. Infine, è positivo che Nannicini abbia ribadito con forza che la quattordicesima, che verrà estesa ai pensionati che percepiscono fino a 1.000 euro lordi mensili, essendo un intervento di natura previdenziale non ha niente a che vedere con il reddito familiare e con la prova dei mezzi:  ‘Concordiamo totalmente: si tratta di una misura che riguarda oltre 3 milioni di pensionati’. Sulle pensioni ci sono ancora alcuni aspetti molto delicati da affrontare e risolvere. C’è da chiarire quale sarà la penalizzazione per i lavoratori che anticipano la pensione e che non rientrano nelle categorie che avranno questa agevolazione a costo zero (disoccupati, addetti ai lavori usuranti e pesanti, invalidi). Non si può correre il rischio di avere una misura che, essendo troppo onerosa per il lavoratore, rimanga sulla carta come è capitato con il Tfr in busta paga e il part time di fine carriera.  Un secondo punto riguarda i lavoratori ‘precoci’: l’abbassamento dell’attuale tetto dei 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) per chi ha cominciato a lavorare tra i 14 e i 18 anni, non può essere simbolico ma sostanziale. Infine, va realizzata l’ottava salvaguardia degli esodati e  la soluzione conclusiva del problema la si può  ottenere se verranno coinvolti circa 25-30.000 lavoratori.  Risolvere questi problemi sarà essenziale per arrivare a una positiva conclusione del confronto tra Governo e sindacati.

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