La parola d’ordine che circola in queste ore in Transatlantico è evitare la rottura. I pontieri sono all’opera per evitare che la distanza sulle pensioni tra la Lega Nord e il presidente del Consiglio possa portare ad una frattura insanabile. Qualche spiraglio sembra aprirsi. La chiave per uscire dall’empasse potrebbe essere un compromesso sulla vecchia fermo restando nessun ritocco alle pensioni di anzianità. “Suppongo che Berlusconi non voglia essere ricordato come quello che ci fa l’assist per andare al voto e vincere con la nostra battaglia sulla difesa delle pensioni. Bossi l’ha detto mille volte: quelle di anzianità non si toccano, perché sono quelle che si è versata la gente che ha lavorato 40 anni”. Per Marco Desiderati, leghista bossiano, spiega che “si può ancora trovare la quadra sulle pensioni di vecchiaia, accettando magari qualche compromesso come l’aumento dell’età pensionabile delle donne”. Insomma cerchiamo di non rompere l’alleanza, è il messaggio del leghista.
“Se la Lega avesse voluto rompere con Berlusconi lo avrebbe fatto prima”, spiega in Transatlantico Desiderati. “Noi non vogliamo rompere a tutti i costi – aggiunge – ma alcuni punti fermi, come le pensioni di vecchiaia, non si toccano. E poi l’Europa può chiederci rigore, ma non ingerirsi negli affari interni dei singoli Paesi, come hanno fatto con noi andando a battere sull’unico punto che poteva creare attriti tra Pdl e Lega, le pensioni”. Intanto, a conferma della diversa visione tra ‘bossiani’ e ‘maroniani’, ai leghisti è stato impartito per oggi e domani l’input di non partecipare a trasmissioni televisive sulle pensioni. E i leghisti di fede maroniana raccontano di un pressing, anche in queste ore, sul Senatur per convincerlo che rompendo oggi “o si va al voto con il porcellum o si va ad un governo tecnico per le riforme che consentirebbe alla Lega di fare un anno di campagna elettorale fortissima, sulla difesa delle pensioni”.