Pensioni, le date dei pagamenti di maggio con gli aumenti

A maggio i pensionati dovranno aspettare un giorno in più per ritirare la pensione. Slitta infatti il pagamento per la festività del 1° maggio, quindi bisognerà attendere il primo giorno bancabile per poter effettuare accrediti e prelievi in contanti.

Solo per pochi il cedolino sarà più ricco grazie al ricalcolo degli arretrati della rivalutazione Istat del 5,4% e agli ultimi conguagli per la riduzione delle aliquote Irpef, ormai completati quasi del tutto

Gli aumenti non saranno per tutti i pensionati, ma quelli che li riceveranno potrebbero trovare fino a 400 euro in più nel cedolino.

Per chi ritira la pensione in contanti presso gli uffici postali, le date di maggio secondo la consueta turnazione alfabetica sono:

Giovedì 2 maggio: cognomi dalla A alla B

Venerdì 3 maggio: cognomi dalla C alla D

Sabato 4 maggio (solo mattina): cognomi dalla E alla K;

Lunedì 6 maggio dalla L alla O;

Martedì 7 maggio cognomi dalla P alla R;

Mercoledì 8 maggio cognomi dalla S alla Z.

L’accredito slitta di un giorno anche per coloro che hanno l’accredito sul c/c (postale o bancario) oppure sul libretto postale: la disponibilità della pensione sul conto sarà a partire dal 2 maggio.

Gli unici a ricevere le pensioni in anticipo rispetto agli altri sono i correntisti di Banco Posta, per i quali è previsto l’accredito anticipato, come già avvenuto ad aprile, tra martedì 30 aprile e mercoledì 1° maggio.

Gli aumenti nel cedolino di maggio

Le pensioni di maggio vedranno importi più alti ma non per tutti i pensionati. Solo chi non ha ricevuto l’aumento dovuto alla rivalutazione automatica delle pensioni e gli arretrati dei mesi precedenti potrebbe ricevere fino a 400 euro in più. Gli aumenti mensili vanno infatti dagli oltre 100 euro ai circa 70 euro, e gli arretrati riguardano le quattro precedenti mensilità, da gennaio ad aprile.

Stiamo parlando degli aumenti legati alla rivalutazione della pensione basata sull’inflazione del 2023, con aumenti pari al 5,4% per gli assegni fino 4 volte il trattamento minimo, a scalare per gli importi più alti fino ad arrivare al 1,2% (pari al 22% del 5,4%) per gli assegni oltre 10 volte il minimo. L’incremento, applicato non solo alle pensioni di importo minore, ma anche alle fasce di reddito comprese tra 15.001 euro e 28.000 euro, comporterà un’agevolazione fiscale importante. Infatti, i pensionati all’interno di questa fascia di reddito beneficeranno di una riduzione dell’aliquota Irpef al 23%, a seguito dell’eliminazione dello scaglione precedente del 25%.

Di seguito gli importi delle pensioni e gli aumenti fascia per fascia:

1.000 euro (5,4%):  aumento di 54 euro lordi al mese

1.500 euro (5,4%): aumento di 81 euro lordi al mese

2.000 euro (5,4%): aumento di 108 euro lordi al mese

2.500 euro (4,59%): aumento di 114,75 euro lordi al mese

3.000 euro (2,86%): aumento di 85,80 euro lordi al mese

3.500 euro (2,53%): aumento di 88,55 euro lordi al mese

4.000 euro (2,53%): aumento di 101,20 euro lordi al mese

5.000 euro (2%): aumento di 100 euro lordi al mese

6.000 euro (1,19%): aumento di 71,40 euro lordi al mese.

Le operazioni di calcolo dell’Inps erano già in corso da gennaio ma non erano state completate in tempo per tutti , ecco perché la parte residuale sarà pagata con il cedolino di maggio 2024.

Le trattenute

Accanto agli aumenti che abbiamo visto, nel cedolino pensione di maggio verranno trattenuti alcuni importi come la ritenuta mensile Irpef, le addizionali regionali e comunali per il saldo 2023 e quelle in acconto per il 2024 che riguardano quelle comunali.

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