Silvio Berlusconi ci ha provato ma è stato subito gelato dalla Lega nord. L’innalzamento dell’età pensionabile non passerà. Si facciano le riforme ma senza mettere le mani nelle tasche dei pensionati. Altrimenti si scenderà in piazza. Gli uomini del Carroccio alzano il tiro e sono pronti a fare le barricate sulla proposta avanzata dal premier di aumentare l’età pensionabile a 67 anni per adeguarsi agli standard europei. In mattinata, Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega nord alla camera dei Deputati, era stato già molto esplicito “la Lega è sempre stata contraria all’ipotesi di ridiscussione dell’età pensionabile”. Ma forse non sono bastate le sue parole e così Rosi Mauro, vicepresidente del Senato ma soprattutto segretario generale del Sindacato Padano, passa all’attacco e si dice pronta a portare le camice verdi in piazza. “Adesso basta. E’ arrivato il momento di smetterla di mettere le mani nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati. E’ assolutamente impossibile pensare di mettere mano alle pensioni”, esordisce la Mauro. “Bisogna fare sacrifici? Questo lo abbiamo ben chiaro e la nostra gente i sacrifici li sta già facendo. Ma se qualcuno pensa di andare a toccare ancora una volta i lavoratori e i pensionati sbaglia di grosso”, sottolinea la leghista. Non nega l’esigenza di fare riforme ma “si facciano senza toccare chi ha già dato durante tutti questi anni” altrimenti, minaccia la Mauro “sono pronta a scendere in piazza”. Ma il ministro degli Esteri, Franco Frattini, non ci sta alle parole della leghista e le bolla come contrarie “all’interesse dell’Italia”. “Crediamo che la Lega andrebbe contro l’Europa scendendo in piazza in questo caso, vediamo un poco che succede”, ha dichiarato Frattini, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di una presentazione alla Farnesina. In questo momento di crisi, in cui il paese è chiamato a grandi sacrifici, secondo il capo della diplomazia sta al governo “fare la sintesi” delle diverse linee tenute sui singoli argomenti dalle forze della maggioranza. “Credo che la leadership del presidente del Consiglio – ha affermato Frattini – debba essere in queste ore aiutata ad essere all’altezza di quello che è l’interesse dell’Italia: non perché piace a Bruxelles – ha puntualizzato – ma perché serve all’Italia”.
Le opposizioni colgono la palla al balza ed sparano a zero, ma sempre in ordine sparso, sul governo. L’udc per bocca di Rocco Buttiglione si dice possibilista a riformare le pensioni con l’innalzamento a 67 anni dell’età e se sarà “ben fatta, l’Udc é pronto a votarla”. Fli condiziona il suo voto favorevole alla riforma pensionistica alle dimissioni di Berlusconi. “Futuro e Libertà -dice Italo Bocchino – sfida governo e Pdl a portare in Aula una riforma europea delle pensioni, a prescindere dalle note resistenze leghiste. Siamo pronti a votarla, a patto che un minuto dopo il premier vada al Quirinale a rassegnare le dimissioni. L’Italia non può permettersi un Governo diviso e con credibilità zero”. Belisario, dell’Idv, la butta sul ridere. “Bossi e Berlusconi hanno già da tempo superato l’età pensionabile, non tanto quella anagrafica ma soprattutto quella politica: sono due pugili suonati ormai alle corde, ripetono sempre gli stessi slogan senza la forza di compiere una sola scelta nell’interesse del Paese”. Il Pd chiede con Enrico Letta “un governo di responsabilità nazionale” e si dice “disponibile a fare la nostra parte, nell’interesse del paese”. Per Marco Follini “se il governo porta in Parlamento una seria riforma delle pensioni la mia opinione è che tutta l’opposizione, Partito Democratico in testa, debba votarla. Senza condizioni”.