Pensioni, oggi il nodo rimborsi all’esame del Consiglio dei ministri

Il nodo pensioni al centro del Consiglio dei ministri di oggi, dopo la sentenza della Consulta sul mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali al costo della vita, deciso dall’esecutivo Monti con il decreto Salva Italia per il biennio 2012-2013. Il 1 agosto, come ha annunciato ieri il premier Matteo Renzi, il governo restituirà 500 euro a testa una tantum a 4 milioni di pensionati sotto i 3mila euro. A gennaio ci sarà la rivalutazione definitiva degli importi per i prossimi anni. Matteo Renzi smentisce quanti sospettavano che prima delle elezioni regionali non avrebbe messo mano alla grana dei rimborsi delle pensioni dopo la sentenza della Consulta. “Chi guida un paese non può temere le elezioni”, è l’avanti tutta del premier che oggi porta in Consiglio dei ministri la soluzione. I circa 2 miliardi del “tesoretto” andranno ai pensionati, invece che ai poveri, come avrebbe voluto il premier che accetta la sentenza della Consulta. Renzi prende quindi di petto il dossier sulle pensioni. E tra le varie ipotesi tecniche, predisposte dai tecnici del Mef insieme a quelli di Palazzo Chigi, sceglie una soluzione che, pur non restituendo a tutte le pensioni la mancata indicizzazione, risponde ad un criterio di equità, rimborsando quelle medio-basse. “Nessun pensionato perderà un centesimo. Ma ora scriveremo una nuova norma che metterà il tasca il primo agosto 500 euro a 4 milioni di pensionati”. Non un rimborso totale, ammette Renzi, ma una risposta alla spada di Damocle della sentenza della Consulta, con la quale il premier preferisce non polemizzare. L’annuncio, arrivato in una lunga intervista all’Arena di Giletti, soddisfa in parte la Spi Cgil: “Bene che si parta dalle pensioni medio-basse ma Renzi non se la può cavare con un bonus una tantum”. La soluzione al problema pensioni è una delle due priorità che il governo affronterà nei prossimi giorni, ignorando la minaccia di Matteo Salvini di bloccare il Parlamento se non si risarciranno tutte le pensioni. Le opposizioni puntano comunque il dito contro la restituzione parziale e, Salvini a parte, Silvio Berlusconi definisce il rimborso parziale un imbroglio inaccettabile. Renato Brunetta incalza: “Ai pensionati spettano 3.000 euro a testa, per un totale di 18 miliardi, e Renzi vuole restituire 500 euro solo ad alcuni e non a tutti, per un totale di 2 miliardi. Quindi, ne ruba 16”. Renzi è consapevole di mettere la firma su un provvedimento che risulterà impopolare a molti dei pensionati e dei sindacati. Il presidente Adusbef, Elio Iannutti, annuncia, unito a Federconsumatori, una raffica di ricorsi contro la decisione di limitare la rivalutazione negata nel 2012-2013, con una scelta dichiarata illegittima dalla Consulta. Se il governo non agisse, i cittadini interessati potrebbero chiedere quanto dovuto all’Inps e, in caso di mancata risposta entro 90 giorni, procedere per via giudiziaria. La questione pensioni, in definitiva, resta aperta.

Roberto Cristiano

 

 

 

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