La polemica sulle pensioni di reversibilità è totalmente infondata, afferma il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti. Evidentemente, prosegue, c’è chi cerca facile visibilità e si diletta ad inventare un problema che non c’è per poi poter dire di averlo risolto. La proposta di legge delega del Governo lascia esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere. Per il futuro non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità; tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale. Ribadisco che il Governo vuole dare e non togliere e per questo, per contrastare la povertà, nella legge di stabilità è previsto lo stanziamento di 600 milioni per il 2016 e di 1 miliardo strutturale a partire dal 2017. Scoppia comunque la polemica sul ddl che riordina le prestazioni di natura assistenziale e previdenziale come strumento unico, nell’intenzione del governo, di contrasto alla povertà con misure legate al reddito e al patrimonio. Nel ddl, tra le altre misure si prevede la possibilità di rivedere le pensioni di reversibilità, ovvero quelle erogate agli eredi alla morte del pensionato o del lavoratore che muore avendo maturato i requisiti per l’assegno. Il primo a tuonare è il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: ‘Il governo vuole tagliare le pensioni di reversibilità. In Commissione Lavoro alla Camera è arrivata la proposta renziana di legare all’Isee le pensioni di reversibilità, fregando così migliaia di persone, soprattutto donne rimaste vedove. Rubando contributi effettivamente versati, per anni. Un governo che fa cassa sui morti mi fa schifo’. Puntuale arriva la replica di Palazzo Chigi: ‘Se ci saranno interventi di razionalizzazione saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni, non per fare cassa in una guerra tra poveri. La delega del governo dà non toglie, stanziando per la prima volta un miliardo di euro strutturale su una misura unica di lotta alla povertà e predisponendosi a convogliare risorse europee su quello stesso strumento e sulla rete di servizi per la presa in carico offerti da comuni e terzo settore. Inoltre, viene ricordato, qualsiasi intervento varrà solo sulle prestazioni future e non su quelle in essere, che quindi non verranno toccate’. Tuttavia, se dalle opposizioni è facile prevedere manifestazioni di protesta sul provvedimento, c’è da segnalare anche la presa di distanza di Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera ed esponente della minoranza Pd. Il provvedimento, spiega l’ex ministro del lavoro, è in sé positivo, ma prevede la possibilità di tagliare le pensioni di reversibilità. Per noi questo non è accettabile perché si tratterebbe dell’ennesimo intervento dopo quelli, pesanti, del Governo Monti. La previdenza, aggiunge, non può essere considerata la mucca da mungere.
Riprova
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